
Acqua dal rubinetto
Roma, 10 marzo 2025 – Anche per il 2025 il Governo ha confermato il bonus acqua potabile, il cui scopo è quello di migliorare l'acqua potabile domestica, e di conseguenza ridurre il consumo di bottiglie di plastica, incentivando così pratiche sostenibili. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il bonus e come richiederlo.
Cos’è il bonus acqua potabile
Il bonus acqua potabile consiste in un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare dell’acqua destinata al consumo umano. Lo scopo è quello di promuovere il consumo di acqua del rubinetto per uso alimentare, riducendo il consumo di bottiglie di plastica.
Come ottenerlo
Per accedere al bonus, è necessario soddisfare determinati requisiti economici. Anche per il 2025, la soglia di riferimento per l’Isee rimane fissata a 8.265 euro per la maggior parte dei nuclei familiari. Tuttavia, per le famiglie numerose con più di quattro figli a carico, il limite Isee sale a 20.000 euro, ampliando così il numero di aventi diritto. Un altro requisito fondamentale è che uno dei membri del nucleo familiare sia intestatario di un contratto di fornitura idrica domestica. Nei casi in cui il contratto sia condominiale, sarà sufficiente che il nucleo abitativo abbia in essere un contratto di energia elettrica, e che sia permesso al gestore idrico di verificare l'accesso all'acqua potabile condominiale. Per ogni appartenente al nucleo familiare, sarà possibile usufruire di uno sconto sui primi 50 litri di consumo. Non sarà necessario presentare una domanda specifica per ottenere l’agevolazione, basterà solo compilare e inviare la dichiarazione sostitutiva unica (dsu) per il calcolo dell'Isee. Il gestore idrico, una volta verificata la sussistenza dei requisiti necessari, applicherà direttamente in bolletta il bonus.
Alcuni dati sui consumi medi delle famiglie italiane
Stando ai dati Istat, il consumo medio giornaliero di acqua delle famiglie italiane è pari a circa 220 litri per persona. A far riflettere è anche un dato, quello della dispersione di circa 1/3 dell'acqua durante il tragitto lungo le reti comunali, che ovviamente fa aumentare anche il costo finale. Del consumo totale, solo una minima parte è impiegata per cucinare e per bere, mentre la maggior parte è utilizzata per usi non alimentari: in bagno, per lavaggio di panni e stoviglie, per innaffiamento. Migliorare la distribuzione, e la qualità dell'acqua, potrebbe spingere sempre più italiani a consumare l'acqua del rubinetto per fini alimentari, riducendo così anche l'impiego di plastica e il relativo costo per il riciclo.