Ad applaudire, seduto nelle prime file della folta platea allestita nei capannoni della Camozzi, c’era anche lui. Applausi alle politiche del governo ma anche alle scelte della premier. "Giorgia Meloni ha riportato il tema della fabbrica all’ordine del giorno della politica e all’attenzione dell’opinione pubblica, ha restituito dignità agli industriali e alle imprese", sottolinea Marco Bonometti, presidente e amministratore delegato delle Officine Meccaniche Rezzatesi, 3.600 dipendenti e 15 stabilimenti, di cui sei all’estero. Terza generazione di una famiglia d’imprenditori del Bresciano, ha iniziato a lavorare in azienda nel 1977, ancora studente d’ingegneria. E ha portato la Omr a specializzarsi in componentistica per autovetture e veicoli industriali. "Quest’anno taglieremo il traguardo dei 900 milioni di fatturato. Alla faccia della crisi dell’automotive...".
Di questo settore e dei suoi problemi Giorgia Meloni ha parlato nel suo intervento. Ha apprezzato?
"Serve un progetto di politica industriale europeo. Se ne è parlato tanto, in questi anni, ma nessuno ha fatto nulla di concreto. Quello dell’automotive è un comparto competitivo, basato sull’innovazione. L’Italia deve decidere se crede in questo settore. Perché in caso contrario molte piccole aziende potrebbero essere costrette a chiudere".
Che clima si respira fra gli industriali?
"La figura della premier è motivo di fiducia, ottimismo e speranza".
Di solito gli imprenditori sono molto critici con chi governa.
"Quest’esecutivo è nato da poco, ma sta facendo interventi importanti. Ha riattivato le perforazioni e le piattaforme, ha potenziato i rigassificatori e, grazie alle politiche sull’energia, ha aiutato famiglie a imprese ad affrontare il caro-bollette".
Le imprese chiedono interventi sulle politiche fiscali.
"L’intervento effettuato sul cuneo fiscale può sembrare di poca entità ma è l’inizio di un discorso che sarà ampliato. È fondamentale che il vantaggio maggiore sia per i lavoratori, bisogna far crescere il potere d’acquisto dei salari. Solo così possiamo contare sul fatto che l’economia giri".
L’Europa è un ostacolo o un’opportunità?
"La premier ha fatto sentire la voce dell’Italia a Bruxelles, e ha fatto benissimo. È la strada giusta. La nostra industria non è seconda a nessuno. La Germania non può fare a meno dell’Italia, il resto dell’Europa neppure. Eppure l’Ue, con regolamenti più ideologici che legati alla realtà, sta distruggendo la manifattura. Errore gravissimo".
Tutta colpa della transizione ecologica?
"Il Green Deal così come è stato impostato non va bene. Sono convinto che l’ambiente vada difeso e il pianeta protetto. Ma il Green Deal si basa sulla transizione energetica. Se già non abbiamo energia per far andare le nostre fabbriche, figuriamoci per le batterie".
Quindi?
"Quindi bene che il governo si sia concentrato sul problema energetico. Staccarci dalla Russia e diventare sempre più indipendenti trovando nuove forme di approvvigionamento è servito a far abbassare il prezzo del gas".
Gli applausi maggiori sono andati alle parole sulla modifica del reddito di cittadinanza.
"Meloni ha avuto il coraggio di togliere una misura contro il lavoro. E il tasso di occupazione è già risalito. Bene anche la revisione del decreto dignità, che io chiamavo “indegnità“. I contratti a termine servono. Dobbiamo dirci la verità".
Quale?
"Sto cercando 200 persone da assumere e non le trovo. Ho personalmente parlato con degli over 50 che mi hanno risposto “no, grazie“. Il motivo? Non sono abituati a lavorare e non hanno voglia di iniziare a farlo adesso".