Venerdì 26 Luglio 2024
ANDREA
Economia

Bond ‘eterno’ per pagare il maxi-debito

L'Argentina afflitta dall'inflazione in tripla cifra cerca di rimettersi in carreggiata con un bond 'perpetuo' emesso ad hoc. Tassi d'interesse al 145%, totale inaffidabilità dell'emittente e difficoltà di rivendita sono i rischi legati allo strumento.

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Economia e creatività ballano il tango. Non basta la motosega per rimettere in carreggiata l’Argentina afflitta dall’inflazione in tripla cifra: tra le idee del nuovo e vulcanico presidente Javier Milei, spunta un originale strumento finanziario che dovrebbe consentire al paese sudamericano – in passato già protagonista di nove default – di pagare il debito monstre contratto nella causa sulla nazionalizzazione della Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YFP), la compagnia energetica nazionale. Si tratta di un bond ‘perpetuo’, emesso ad hoc per fronteggiare quello che è soltanto uno dei dossier in sospeso sulle disastrate finanze pubbliche di Buenos Aires. Lo Stato, infatti, è uscito sconfitto da un contenzioso a New York sugli "errori legali" commessi nell’operazione YPF e deve versare 16 miliardi di dollari ai querelanti entro il 10 gennaio prossimo, con una quota di 6,2 miliardi destinata a Burford Capital, il litigation fund britannico che si è incaricato di raccogliere le istanze di risarcimento. Il governo di Buenos Aires aveva richiesto una dilazione di 30 giorni, ma gli inglesi hanno risposto picche. Costringendo lo stesso Milei, eletto lo scorso 20 novembre, ad ammettere che non sarà in grado di rispettare la scadenza. "C’è un problema: non abbiamo i soldi – ha detto Milei in un’intervista televisiva – Però siamo disposti a pagare". Da qui l’ipotesi del bond eterno, ovvero un’obbligazione senza scadenza e destinata, in teoria, a corrispondere cedole fisse per un lasso infinito di tempo. A parte l’oggettiva difficoltà di stabilirne un prezzo congruo, il suo principale svantaggio è l’impossibilità di estinguere completamente il titolo. Con altri rischi legati allo strumento, ancora più evidenti nel caso argentino: tassi d’interesse al 145%, totale inaffidabilità dell’emittente e difficoltà di rivendere il titolo sui mercati finanziari. Ma il bond è eterno e, come diceva Lorenzo il Magnifico, del doman non v’è certezza.