È impegnata in prima linea nell’emergenza sanitaria proprio per la sua stessa attività: la logistica biomedicale e la gestione di prodotti sanitari ad alta tecnologia e farmaceutici. Bomi Group si occupa dal 1985 di magazzinaggio, trasporto a temperatura controllata, soluzioni di assistenza domiciliare, logistica ospedaliera e altri servizi a supporto della filiera del settore sanitario.
E lo fa in 20 Paesi diversi, con 2mila dipendenti in tutto. "Siamo stati coinvolti nell’emergenza sanitaria fin da subito: il nostro quartier generale è tra Crema e Lodi – spiega l’amministratore delegato Marco Ruini dal quartier generale di Spino d’Adda, in provincia di Cremona –. Fin dai primi giorni siamo stati impegnati nel garantire i nostri servizi sia agli ospedali che ai pazienti domiciliari".
Come vi siete mossi?
"Siamo riusciti a garantire una task force per permettere a tutti di lavorare in sicurezza. Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta".
Avete definito nuove procedure?
"Alcune regole c’erano già, ma abbiamo dovuto definire 25 nuove procedure per poter rispondere in modo ottimale a questa situazione. Basti pensare che fin dall’inizio si è presentata la necessità di dover entrare nella zona rossa del Lodigiano per dover consegnare medicinali a pazienti positivi. Siamo riusciti comunque a reagire bene anche alle novità che emergevano dai vari decreti. Personalmente sono orgoglioso della nostra risposta".
Avete trovato difficoltà a reperire le mascherine?
"Ricordo ancora i primi casi di contagio. Il pensiero di non riuscire ad avere i dispositivi di protezione per i dipendenti mi angosciava. Siamo riusciti a reperirle, all’inizio a prezzi molto alti. Abbiamo sostenuto anche i nostri subfornitori e ci siamo assicurati che tutta la filiera fosse al sicuro".
Siete in 20 Paesi del mondo. Come avete affrontato l’emergenza sanitaria negli altri Paesi?
"L’esperienza con l’emergenza in Italia è stata una lezione molto utile per poi affrontare la stessa situazione anche negli altri Paesi. Penso a Francia, Olanda, Belgio e Turchia. Noi siamo presenti in modo consistente anche in Sud America e ci siamo dovuti adattare a scenari molto diversi. Faccio un esempio, quello del Brasile. Nel Paese lavoriamo con i servizi legati ai test: in tutto il mondo i voli sono a terra, ma qui sarebbe problematico raggiungere alcune zone con i camion. Così abbiamo trovato soluzioni nuove, come quella di organizzare voli charter per i nostri clienti".
Avete messo in campo iniziative specifiche per i vostri dipendenti?
"Sì, abbiamo previsto un bonus specifico per chi ha lavorato in prima linea. Ma abbiamo fornito ai dipendenti anche un family kit con dispositivi di sicurezza per tutta la famiglia. Inoltre, abbiamo puntato in modo deciso sullo smart working per ridurre il numero di persone presenti in azienda. Per fortuna avevamo già iniziato un programma specifico un anno fa e le cose sono andate bene fin da subito. Negli ultimi giorni, poi, è partita anche un’altra iniziativa".
Quale?
"Abbiamo siglato un accordo con una psicologa. Sarà a disposizione dei nostri dipendenti con sedute in remoto perché non è facile affrontare una situazione come quella che stiamo vivendo. Non tutti reagiscono allo stesso modo. Tra l’altro, lei ha una grande esperienza in eventi traumatici".
Avete organizzato anche iniziative sociali sul territorio?
"Certo, crediamo fortemente nel concetto di sostenibilità. E abbiamo supportato il tessuto sociale donando mascherine che sono state distribuite nelle Rsa e negli ospedali".
Come vanno, per tutto il resto, le attività dell’azienda?
"Non abbiamo abbandonato i progetti già in corso. L’emergenza ha distolto le attenzioni, certo. Ma abbiamo confermato gli impegni: a marzo abbiamo inaugurato il nuovo sito a Marcianise, in Campania. A inizio aprile, invece, abbiamo dato il via ad un piano di innovazione digitale con 12 nostri talenti che dovranno pensare solo alla Bomi del futuro".