Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

BlackRock lascia l’alleanza per la finanzia climatica. Una brutta notizia per l’ambiente

Il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha abbandonato l'alleanza globale di società di gestione che lavorano per raggiungere la neutralità carbonica, la Net Zero Asset Managers Initiative (Nzam). Stessa cosa hanno fatto colosso Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley, JPMorgan Chase

Roma, 10 gennaio 2025 –  BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha abbandonato l'alleanza globale di società di gestione che lavorano per raggiungere la neutralità carbonica, la Net Zero Asset Managers Initiative (Nzam) lanciata nel 2021. La decisione di Blackrock segue quella di altri 6 grandi del credito.

A luglio, l'iniziativa contava più di 325 membri, per un totale di 57,5 trilioni di dollari in asset in gestione.

E ciò avviene nel giorno in cui sia Copernicus che la Nasa confermano come il 2024 sia stato l’anno più caldo della storia (almeno da quando si effettuano rilevazioni scientifiche) segnando per la prima volta un +1,5 gradi centigradi di media in più rispetto l’era preindustriale.

La crisi climatica rimane e va avanti. Ma dopo la crisi energetica del 2022, le politiche climatiche non sono più di moda. Due notizie diverse, ma strettamente legate, ci raccontano lo stato attuale del cambiamento climatico (grave) e la voglia del mondo di affrontarlo (scarsa). Copernicus, il servizio meteo dell'Unione europea, ha confermato con dati definitivi quanto aveva anticipato a dicembre con dati provvisori. Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato, ed il primo anno in cui si è sforato il limite di 1,5 gradi di aumento delle temperature dai livelli preindustriali, la prima linea rossa dell'Accordo di Parigi.

Intanto il fondo di investimenti Usa BlackRock, il più grande del mondo (11.475 miliardi di dollari di asset), ha abbandonato l'alleanza dei gestori finanziari per le zero emissioni, la Nzam (Net Zero Asset Managers Initiative). Si tratta di un organismo dove i partecipanti si impegnano a tagliare o eliminare del tutto i loro investimenti sulle fonti fossili.

Al 30 settembre, BlackRock gestiva per conto dei propri clienti la cifra record di 11.475 miliardi di dollari di asset, con un incremento del 26% rispetto all'anno precedente

Negli Usa, a novembre una decina di Stati conservatori ha avviato cause legali contro fondi e banche che aderivano ad alleanze per la decarbonizzazione, sostenendo che queste iniziative violano la normativa antitrust, bloccano lo sviluppo delle fonti fossili e provocano un aumento dei prezzi dell'energia.

La coincidenza di questa offensiva con l'elezione di Donald Trump, che nel suo programma prevede "trivella, trivella, trivella”, non sembra casuale. Ma non c'è solo questo. Dopo la crisi energetica del 2022, causata dalla riduzione degli investimenti sulle fossili per decarbonizzare, le politiche climatiche hanno subito ovunque una brusca frenata. Negli Stati Uniti, di fronte alle cause legali degli Stati, e con l'ombra di Trump che incombe, le imprese hanno preferito fare marcia indietro sugli impegni per la decarbonizzazione.

Ciò non vuol dire che BlackRock non perseguirà più obiettivi di decarbonizzazione, ma che non lo farà in maniera sistematica, come mission.

Da novembre, l'alleanza Nzam dei fondi ha perso 7 membri. Lo stesso è successo all'alleanza delle banche per le zero emissioni, la Nzba (Net Zero Banking Alliance). Da dicembre, l'hanno lasciata colossi come Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley, JPMorgan Chase e BlackRock. Già ad aprile dell'anno scorso, l'alleanza mondiale degli assicuratori per la decarbonizzazione, la Nzia (Net Zero Insurance Alliance), si era sciolta dopo essere stata abbandonata da 5 dei suoi 8 componenti, fra i quali Allianz, Axa e Scor.

Anche qui, la motivazione era l'offensiva legale di una ventina di procuratori Usa, che parlavano di rischi per la concorrenza. Ma le cause legali, se fermano i colossi della finanza, non fermano il riscaldamento globale. Anche la Nasa ha confermato oggi che il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato da quando ci sono rilevazioni scientifiche, la metà dell'Ottocento. E la causa sono i gas serra. Nel 2022 e nel 2023, si sono registrati aumenti record nelle emissioni di anidride carbonica dai combustibili fossili.