Giovedì 26 Settembre 2024
LORENZO PEDRINI
Economia

Biglietti dei concerti alle stelle negli Usa, la Casa Bianca interviene contro i rincari

Il presidente Biden esulta: “Una vittoria per gli utenti e la prova che la nostra lotta alle commissioni-spazzatura sta vivendo un reale progresso”

Taylor Swift in concerto (Ansa)

Taylor Swift in concerto (Ansa)

New York, 18 giugno 2023 – “A mio parere si tratta di una vittoria per gli utenti e di una prova che la nostra lotta alle commissioni-spazzatura sta vivendo un reale progresso”. Parole e musica del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, all'indomani di quella che la Casa Bianca rivendica come una battaglia vinta. Anzi, stravinta. Perché sulla questione delle commissioni nascoste fra le pieghe dei contratti dei colossi del 'ticketing' Usa, di attualità oltreoceano da molto tempo, il Commander and Chief non ha mai fatto mistero di come la pensava. Giovedì scorso, quindi, all'annuncio che piattaforme come Live Nation, SeatGeek, xBk e TickPick (ma pure, lato 'travel', come Tripadvisor) faranno un passo indietro e accetteranno di mostrare all'atto dell'acquisto del tagliando la cifra finale che i consumatori dovranno sborsare, la soddisfazione dell'amministrazione era palpabile. E non parliamo di spiccioli, perché nascosti dietro la classica dicitura 'commissioni escluse', come riporta il New York Times, spesso potevano finora nascondersi ricarichi pari fino al 30% del costo totale di un ordine. Mentre da oggi, o meglio da un paio di giorni fa, ci sarà la certezza che tutte le compagnie sedute all'ultimo tavolo di confronto organizzato in Pennsylvania Avenue si impegneranno a cessare l'odiosa pratica. Sintetizzata dall'inquilino dello Studio Ovale con la formula “ti fanno pagare di più senza che tu lo sappia”. E con la postilla, di sapore vagamente elettorale, secondo cui le junk-fees non sarebbero “un grande problema per i ricchi, bensì un problema per le famiglie della gente che lavora, come quella in cui io stesso sono cresciuto”. Mentre scandiva queste parole, poi, per rafforzare il concetto dietro a Biden uno schermo mostrava una serie di esempi pratici di rincari nascosti, a partire da un 'ricarico di servizio' di 12,99 dollari sul biglietto di un concerto di respiro locale. Per finire con un'esibizione del rapper Drake per la quale, su un costo fisso di 544 dollari per due biglietti, venivano applicati tre supplementi tariffari (service fee, facility charge e order fee) per altri 541 dollari. E non è un caso se proprio gli eventi musicali sono stati presi come termometro di una situazione che stava degenerando, visto che l'interesse mediatico sul problema era aumentato esponenzialmente dallo scorso novembre, quando si erano verificati diversi disservizi intorno alle prenotazioni (gonfiate) per un live di Taylor Swift. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi. O forse no, poiché non è del tutto chiaro se le piattaforme di rivendita dei biglietti saranno in grado con la loro sola volontà di mantenere l'impegno ufficiale preso. In sostanza, infatti, come specifica sempre il Times, “l'industria concertistica è complessa, con diversi attori coinvolti nella stesura dei piani tariffari e tutti uniti nel tentativo di non ridurre i propri margini di guadagno”. Specialmente dopo avere subito ingenti perdite nel biennio pandemico. Fatta la regola, trovato l'inganno quindi? È presto per dirlo, ma la sensazione è che il discorso della vittoria di Biden potrebbe avere affrettato la conclusione di una vicenda conclusa solo in parte.