Mercoledì 14 Agosto 2024
LORENZO PEDRINI
Economia

Big Mac non sarà più protetto da copyright in Ue. Mcdonald's pensa al ricorso

I magistrati hanno considerato il marchio del panino più famoso al mondo decaduto per le ricette a base di pollame, mentre rimarrà valido per panini e altri prodotti a base di carne di manzo

Giovani mangiano un hamburger (foto generica)

Giovani mangiano un hamburger (foto generica)

Roma, 17 giugno 2024 – L'arcinoto marchio Big Mac, registrato nel 1996 dal colosso a stelle e strisce del fast-food McDonald's per designare i suoi panini extra-large a base di carni bovine e avicole, non sarà più protetto da copyright all'interno dei confini dell'Unione Europea. O almeno, e il corollario della sentenza emessa il 5 giugno dal Tribunale dell'Ue attutirà non poco le conseguenze di una decisione altrimenti epocale, non lo sarà più in relazione ai prodotti alimentari a base di pollo.

Se invece i giudici, come era stato richiesto nel 2017 dal concorrente di McDonald's che aveva citato l'azienda californiana di fronte all’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), avessero imposto di cancellare il brand da tutti i “preparati a base di carne e prodotti a base di pollame, panini con carne, panini con carne di maiale” e “dai servizi resi o associati alla gestione di ristoranti e preparazione di cibi da asporto”, l'impatto sui conti di MD sarebbe ora evidentemente maggiore.

Sia come sia, il pronunciamento definitivo della corte di Lussemburgo resta una piccola grande vittoria in punta di diritto di Supermac, la catena irlandese di panini, patatine e nuggets che, fondata a Galway nel 1978, aveva prima visto accolte le sue rimostranze, per poi vedersele respingere nel successivo procedimento d'appello. Fino a quando, in data 5 giugno, un nuovo colpo di scena ha visto gli ermellini optare per una decisione di sapore salomonico, che valuta “insufficienti” le prove di “uso effettivo” del marchio per prodotti a base di pollame presentate dal direttivo di McDonald's (“sufficienti”, al contrario, quelle per prodotti bovini).

La documentazione addotta, del resto, non forniva indicazioni su numeri delle vendite, prezzi dei prodotti e periodo/frequenza di utilizzo del marchio Big Mac durante gli ultimi 5 anni, in relazione, soprattutto, ai panini a base pollo. Rimangono infatti solo alcune sue “prove” sporadiche come la campagna promozionale per il sandwich denominato 'Grand Big Mac Chicken', datata 2016 e confinata alla sola Francia. Di conseguenza i magistrati hanno considerato il marchio decaduto per le ricette a base di pollame, mentre rimarrà valido per panini e altri prodotti a base di carne di manzo.

McDonald’s, però, potrebbe ancora appellarsi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, fermo restando che, come riportato dalla California attraverso Reuters, “la catena americana dei nostri fast-food può ancora utilizzare il trademark Big Mac, principalmente per panini a base di carne, e continuare contemporaneamente a vendere i suoi Chicken Big Mac”. E che “questa decisione non impatterà in alcun modo sulla nostra abilità di utilizzare o proteggere i nostri marchi da violazioni”.

Il fondatore di Supermac, Pat McDonagh, ha invece dichiarato ai microfoni di Newstalk Radio che la sentenza è “una grande vittoria per chiunque abbia il cognome che inizi con Mac”. Perché, in effetti, da ora in poi chiunque abbia questo prefisso sulla carta d'identità (e nelle isole britanniche no non sono in pochi) potrà chiamare un panino di pollo di sua invenzione con le tre agognate lettere.