Milano, 16 giugno 2023 – Dallo studio Rlcd in via Mario Pagano, nel centro di Milano, fanno sapere che il notaio Arrigo Roveda "è fuori ufficio" e rientrerà lunedì. Quel giorno, secondo alcune ipotesi, potrebbe essere aperto il testamento che Silvio Berlusconi avrebbe affidato al suo professionista di fiducia. Un notaio 60enne, in attività dal 1990, sempre lontano dai riflettori, custode dei passaggi più delicati nella storia imprenditoriale, familiare e politica del Cavaliere. Passaggi come la procura a Veronica Lario, ultimo atto congiunto fra Berlusconi e la seconda moglie, che concedeva all’ex attrice mandato nella gestione della partecipazione nella Minerva Finanziaria, alla quale era legata l’omonima villa in Sardegna, uno dei ‘nidi d’amore’ della coppia, poi ceduta al russo Tariko Roustam.
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Gli affari di Fininvest e del Milan. Gli atti che 30 anni fa sancirono la creazione di Forza Italia. Un lungo rapporto professionale che avrebbe reso il notaio anche depositario delle ultime volontà dell’ex premier, dalle quali dipendono i futuri assetti di un patrimonio miliardario. Per il lascito a Marta Fascina è stata ipotizzata una cifra fra i 50 e i 100 milioni di euro, oltre a una parte del patrimonio immobiliare, forse Villa San Martino ad Arcore.
Ma la partita più grossa, seguita con attenzione anche da investitori e pretendenti, si gioca attorno alle aziende. Uno dei primi asset contendibili potrebbe essere il Monza (su cui sarebbero stati investiti 66 milioni di euro, accumulando perdite) con il possibile ingresso del magnate greco Evangelos Marinakis, patron del Nottingham Forest. Al di là dell’incognita Monza, non sembra che per ora la famiglia sia interessata a disfarsi del patrimonio imprenditoriale. Né che ci saranno sorprese nella linea di successione.
Il controllo rimarrà saldo nelle mani dei cinque figli: Berlusconi avrebbe trovato una formula per garantire continuità aziendale e pace in famiglia dopo la sua morte. "Tra i dipendenti non c’è preoccupazione ma piuttosto incertezza in attesa dei futuri sviluppi", spiega Bruno Bifronte, segretario generale della Uilcom Lombardia. L‘apertura del testamento alzerà il velo sui futuri assetti azionari ed equilibri di Fininvest, la holding della famiglia che controlla Mfe-Mediaset, Mondadori e detiene il 30% di Banca Mediolanum. Tre partecipazioni che valgono in Borsa circa 2,9 miliardi di euro. Ultime volontà determinanti per capire i pesi futuri tra Marina (presidente di Fininvest e Mondadori), Pier Silvio (ad di Mediaset), Barbara, Eleonora e Luigi, nonché il ruolo di Marta Fascina e il futuro di Forza Italia.
L’attesa è per come verrà redistribuito il 61,21% del capitale Fininvest che era posseduto da Silvio Berlusconi (il resto è diviso fra i figli): la soluzione potrebbe essere in una via mediana, con assegnazione finale di quote pressoché identiche tra le due parti della famiglia. Pende inoltre la remota possibilità di un ingresso di membri esterni (si sono fatti i nomi di Confalonieri, Galliani e della stessa Fascina) nel capitale. L’assemblea dei soci Fininvest sul bilancio, attesa per fine giugno, sarà il primo banco di prova per gli assetti del gruppo.