Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Benessere economico, cosa serve per aumentarlo? La parola a tre premi Nobel

La ricerca della formula perfetta per il benessere economico non esiste o, meglio, è da sempre motivo di dibattito tra gli economisti: cosa dicono i vincitori del Premio Nobel 2024 sul tema.

Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson (Ansa)

Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson (Ansa)

Nel corso degli ultimi secoli sono stati molti i tentativi di sviluppo economico tentati in Paesi e regioni del mondo che non hanno portato ai frutti sperati inizialmente. Le politiche applicate, quasi sempre basate sul trasferimento di flussi finanziari ingenti e sull’utilizzo di conoscenze tecnologiche avanzate, non hanno permesso i cambiamenti sperati, sia sul piano economico che su quello sociale. Non c’è dunque una ricetta per permettere ad area del mondo di ottenere un maggiore benessere economico, ma, spesso, si va avanti a tentativi cercando di non commettere gli errori, propri e degli altri, commessi in passato. In tale processo un ruolo fondamentale è giocato dai teorici dell’economia che, attraverso i loro studi, permettono di creare un piano sul quale poter lavorare. È il caso dei Premi Nobel per l’economia 2024 Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson che, nel loro studio premiato, hanno di fatto sostenuto che “"la scienza e la tecnica, la cultura, la pace e perfino i soldi, da soli, non bastano" a garantire un benessere economico, ma serve un sinergia.

I 3 premi Nobel sul benessere economico

Come detto in precedenza, per i tre Premi Nobel 2024 Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson per sostenere una crescita duratura e la diffusione del benessere in un Paese o in un’area del mondo non sono sufficienti da soli la scienza, la tecnica, la cultura, la pace e i soldi, se quel dato complesso di norme giuridiche, prassi burocratiche e meccanismi che sono alla base delle decisioni pubbliche non funzionano in maniera virtuosa. È il caso, ad esempio, di quando le istituzioni richiedono molto a chi produce ricchezza, concentrando la stessa nelle mani di pochi, o di quando la qualità del diritto e l’equilibrio tra privato e pubblico sono fortemente sbilanciati.

Va precisato che lo studio dei tre Premi Nobel per l’economia 2024 non è del tutto nuovo, visto che nessun economista di buon senso ha mai ignorato il ruolo che possono avere le istituzioni di un Paese nel favorire la formazione della ricchezza e la sua equa distribuzione. Luigi Einaudi, ad esempio, nel 1960 alla guida della Banca d’Italia e successivamente ricoprendo la carica di Presidente della Repubblica, aveva sottolineato che “le opere veramente feconde” per un Paese sono “la giustizia, la sicurezza, l’ordine e la libertà”. E ancora, Douglas North (Premio Nobel nel 1993), aveva aperto la strada allo studio che 31 anni dopo ha ricevuto l’ambito premio.

Da sempre si cerca la formula del benessere economico

La ricerca di una formula vincente del benessere economico è da sempre motivo di studio e ricerca per gli economisti, con i casi di insuccesso in questa ricerca che non sono così difficili da trovare.

L’economista William Easterly, nel 2021, sottolineò quest’aspetto nel suo volume The elusive quest for growth (Lo sviluppo inafferrabile), nel quale rimarcava che anche lo studioso e il teorico più esperto si trova spesso smarrito di fronte alla domanda su cosa si necessaria fare per aumentare il benessere economico delle popolazioni.

Alfred Nobel, nel suo testamento del 1895 disse che per accrescere il benessere occorrono la cultura, scientifica e umanistica, e la pace in quanto con la prima si producono medicine e beni necessari alla vita e con la seconda si ha la garanzia di maggiore stabilità. La teoria economica vincitrice del Nobel 2024 smentisce, in qualche modo, quella di chi al premio ha dato il nome, portando avanti il mantra che da soli gli elementi indicati non possono portare a un benessere economico duraturo e reale.