Lunedì 15 Luglio 2024
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Economia

Bellezza made in Italy, quanto vale il business e da quali settori è trainato

Il comparto nel 2023 ha generato il 29,2 per cento del Pil nazionale ed è in crescita trainato da moda, cosmetica, enogastronomia e turismo culturale

Un'immagine di Venezia - Crediti: iStock

Un'immagine di Venezia - Crediti: iStock

Roma, 12 luglio 2024 – In Italia il settore legato all’economia della bellezza rappresenta un fattore molto distintivo per il Paese, con i servizi resi che all’eccellenza uniscono l’utilizzo delle più moderne tecnologie e della personalizzazione. Non c’è da stupirsi, dunque, dei dati pubblicati dalla piattaforma Banca Ifis nel rapporto Economia della Bellezza. Secondo quanto riportato, questo business vale in Italia 595 miliardi di euro, con il dato che è in crescita di ben il 19 per cento rispetto a quello del 2022. La crescita è dovuta soprattutto all’aumento di settori come quello della moda, della cosmetica, dell’enogastronomia e del turismo culturale.

Quanto vale l’economia della bellezza in Italia

Per comprendere quale sia il reale valore dell’economia della bellezza in Italia è necessario guardare ai numeri di questo business molto redditizio per il Paese. Il comparto, nell’arco di tutto il 2023, ha generato il 29,2 per cento del Pil nazionale, con la crescita che è pari al 3 per cento rispetto al 2022 e al 5 per cento rispetto al 2021. L’impatto positivo, oltre che a livello nazionale, si ripercuote naturalmente anche sui singoli territori e le persone che li abitano.

L’indotto descritto è stato generato grazie al contributo di ben 346mila imprese, che possono essere così suddivise:

- imprese del turismo culturale e paesaggistico; - imprese design-driven attive nel campo dell’agricoltura, dell’automotive, della moda, del sistema casa e della cosmetica; - imprese purpose-driven, che attuano la propria attività economica in maniera etica e responsabile.

Si tratta, come intuibile, di un ecosistema molto ampio, non composto soltanto dalle aziende che, tradizionalmente, vengono associate alla bellezza.

I motivi del successo dell’economia della bellezza italiana

Dal rapporto di Banca Ifis emerge in modo chiaro che dietro al successo dell’economia della bellezza italiana c’è la grande capacità di saper fare artigianato. È questo, infatti, il principale volano per il business nostrano della bellezza, un elemento di spicco che permette alle aziende italiane di competere anche sui mercati internazionali. A sostegno di quanto detto, ci sono i dati: in cinque dei principali mercati di riferimento per l’export italiano, ovvero Cina, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania e Francia, gli operatori si sono detti disposti, nel 92 per cento dei casi, a pagare di più i prodotti che possono vantare la certificazione Made in Italy. A incidere, più nel dettaglio, sarebbe la certezza di avere a che fare con prodotti di alta qualità, curati nei dettagli e nel design.

Vi è poi anche un’altra importante motivazione dietro il successo dell’economia della bellezza italiana, ovvero la lunga e universalmente riconosciuta tradizione del Bel Paese nel campo dell’artigianato. Un’eccellenza mondiale che, nel corso degli anni, ha saputo sposarsi bene anche con l’innovazione. Ben l’81 per cento degli imprenditori, infatti, ha dichiarato a Banca Ifis di ritenere la tecnologia un fattore imprescindibile per una produzione veloce, sicura e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico.

Per Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, “la Bellezza è una caratteristica distintiva e universalmente riconosciuta che consente ai nostri prodotti di essere più competitivi e più resilienti, come dimostra la ricerca internazionale condotta dall’Ufficio Studi della nostra Banca. Qualità, tradizione e personalizzazione sono gli elementi distintivi dei manufatti Made in Italy e la garanzia di un’esperienza di acquisto memorabile”.