Martedì 16 Luglio 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

La Bce lascia i tassi invariati. Prima pausa dopo 10 rialzi consecutivi. Ecco cosa succede alle rate dei mutui

La decisione determinata dal rallentamento dell’inflazione permette di non gravare ulteriormente su chi ha mutui e prestiti

Roma, 26 ottobre 2023 – Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono fermi rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%.

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea

La pausa ai rialzi

Il Consiglio direttivo Bce, riunitosi oggi ad Atene, ha deciso a favore di una pausa nella manovra di stretta monetaria e ha dunque lasciato il costo del denaro invariato dopo 10 sedute consecutive di rialzi per complessivi 450 punti base.

I motivi

“Le nuove informazioni –  si legge nel comunicato della Bce – hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell'inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell'inflazione”.

"Il Consiglio direttivo –  prosegue il comunicato –  ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario». Confermata infine la linea per quanto riguarda il Pepp: i reinvestimenti continueranno almeno fino alla fine del 2024.

Cosa succede alle rate dei mutui

Con la pausa dai rialzi dei tassi decisa dalla Bce, l'aumento sulle rate dei mutui variabili italiani dovrebbe fermarsi al 64% rispetto a gennaio 2022 (+64%). Il dato arriva dall'analisi di Facile.it e Mutui.it realizzata su un finanziamento medio a tasso variabile sottoscritto a inizio dello scorso anno di 126.000 euro in 25 anni con un Tan iniziale 0,67%.

La rata mensile è passata da 456 euro di gennaio 2022 ai 750 euro di oggi. Sommando i rincari mensili, l'esborso aggiuntivo per i mutuatari è stato oltre i 2.850 euro. Per vedere un calo, secondo l'elaborazione di Facile.it bisognerà aspettare il 2024. Ad ottobre l'indice Euribor a 3 mesi si è mosso intorno al 3,95%: secondo le previsioni, a marzo 2024 dovrebbe scendere a 3,93%, poi arrivare a 3,75% a giugno e 3,35% a dicembre 2024. Se ciò avvenisse, la rata del mutuo medio presa in esame resterebbe uguale a quella di oggi (750 euro) a marzo 2024, per poi scendere a 737 euro a giugno e a 708 euro a dicembre 2024. Per chi deve accedere ad un nuovo mutuo secondo le simulazioni, i migliori tassi fissi (TAN) disponibili oggi online partono dal 3,79%, corrispondenti ad una rata di 651 euro, mentre per un mutuo variabile la migliore offerta parte da un TAN di 4,71% con una rata di 709 euro.

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La reazione dello spread

Lieve correzione al ribasso per lo spread tra BTp e Bund dopo l'annuncio della Bce, che ha mantenuto fermi i tassi dell'Eurozona. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari durata tedesco che prima della Bce si attestava a 202 punti base, ha stretto lievemente la sua posizione fino a toccare i 199 punti base. Al momento lo scarto sulla scadenza decennale tra il benchmark italiano e tedesco è risalito leggermente a 201 punti base. Stabile il rendimento del BTp decennale italiano che continua ad oscillare intorno al 4,92 per cento.

La reazione delle Borse

Limano le perdite le Borse europee con Milano che recupera la soglia della parità dopo che la Bce ha confermato lo status quo sui tassi, come da attese, con l'inflazione calata a settembre ma "ancora troppo alta”. Intanto arriva la conferma dell'accelerazione dell'economia Usa nel terzo trimestre, al tasso più alto da circa due anni (4,9% contro attese al 4,7% dopo il 2,1% del secondo trimestre). Anche i sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti, seppure in rialzo, restano sui livelli storicamente molto bassi. Il dato Pce sull'inflazione è aumentato del 2,9%. Migliora il tono su tutte le Borse europee con Parigi che cede lo 0,2%, Francoforte lo 0,9%, Londra lo 0,64% e Madrid lo 0,43%.

Le parole di Lagarde

"Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione”. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa ad Atene In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua “valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria. In ogni caso l’economia euro rimane debole, output manifattura continua a calare”.