Lunedì 3 Febbraio 2025
ANTONIO TROISE
Economia

Bce riduce i tassi di interesse di un quarto di punto: impatto sull'economia europea

La Bce taglia i tassi di interesse, influenzando mutui e crescita economica. Inflazione in calo, ma prudenza sul futuro.

La Bce taglia i tassi di interesse, influenzando mutui e crescita economica. Inflazione in calo, ma prudenza sul futuro.

La Bce taglia i tassi di interesse, influenzando mutui e crescita economica. Inflazione in calo, ma prudenza sul futuro.

Le previsioni della vigilia sono state rispettate: la Bce continua sulla linea della prudenza, riducendo solo di un quarto di punto i tassi di interesse. Ieri, nel corso della riunione del board, è tornata ad aleggiare la proposta di un "taglio" più coraggioso, di mezzo punto. Ma alla fine, all’unanimità, come ha spiegato la presidente dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, si è deciso di portare il tasso sui depositi da 3,25 al 3%, quello sulle operazioni di rifinanziamenti principali passa al 3,15% e, infine, quello sui prestiti marginali al 3,40%.

Secondo l’istituto, infatti, le condizioni di finanziamento "si stanno allentando, poiché i recenti tagli dei tassi di interesse del Consiglio direttivo rendono gradualmente meno costosi i nuovi prestiti per le imprese e le famiglie". Tuttavia, sottolinea la Bce, "continuano a essere rigide perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati aumenti dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo allo stock di credito in essere".

A spingere verso un allentamento del credito sono anche le condizioni dell’economia. La ripresa europea è più lenta del previsto, la crisi politica ed economica dei due giganti dell’Unione, Francia e Germania, pesa sulle prospettive del vecchio continente. E, non a caso, la Banca Centrale ha rivisto al ribasso anche le stime di crescita, con una nuova sforbiciata rispetto alle previsioni di settembre. Secondo le “staff projections“ l’aumento del Pil si fermerà allo 0,7% nel 2024, (da 0,8% di settembre), a 1,1% nel 2025 (da 1,3%) e dell’1,4% nel 2026 (da 1,5%). La stima sul 2027 è di 1,3%.

Le buone notizie arrivano, invece, dal fronte dei prezzi. "Il processo disinflazionistico è ben avviato. Secondo i nostri esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’Ue", ha detto Christine Lagarde, rivedendo al ribasso le precedenti stime (2,5% nel 2024, 2,2% nel 2025). "L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare – ha aggiunto – si porterebbe in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027".

Numeri che tuttavia non spingono la Bce a sbilanciarsi sul futuro e, in particolare, sulla possibilità di una ulteriore riduzione dei tassi di interesse dello 0,5% in gennaio. "Continueremo a decidere in base ai dati, senza un percorso prestabilito", ha sottolineato Lagarde. Le difficoltà della Francia sul fronte del debito sono state, per ora accantonate: non si è discusso, infatti, dello scudo anti-spread adottato dalla Bce nel 2022. Viceversa sarà azzerato il piano di difesa del debito che consentiva reinvestimenti del debito in scadenza mirati sui singoli Paesi.

Il quarto taglio consecutivo dei tassi di interesse porterà vantaggi sulle rate dei mutui variabili fra i 13 e i 30 euro al mese. Secondo i calcoli diffusi ieri dal Codacons, per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra 156 e 324 euro. Per una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produrrà un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra 180 e 360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, il risparmio sarà di 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua. "La strada per colmare i rialzi imposti dalla Bce negli ultimi due anni è ancora molto lunga – avvisa il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi –. Basti pensare che per alcune tipologie di mutuo a tasso variabile la maggiore spesa ha raggiunto nel 2024 i 5mila euro l’anno rispetto al 2021". Si aspettavano maggiore coraggio da parte della Bce anche le associazioni dei commercianti e degli artigiani.