Venerdì 27 Settembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Bce, nuovo aumento dei tassi. L’euro non è mai stato così caro. Lagarde apre: forse è l’ultima volta: "Ma stiamo domando l’inflazione"

L’incremento del costo del denaro tocca il 4,5%, un livello mai raggiunto da quando c’è l’unione monetaria. Il voto non è stato unanime. La presidente: decisione sofferta, alcuni Stati avrebbero preferito una pausa.

Bce, nuovo aumento dei tassi. L’euro non è mai stato così caro. Lagarde apre: forse è l’ultima volta: "Ma stiamo domando l’inflazione"

Bce, nuovo aumento dei tassi. L’euro non è mai stato così caro. Lagarde apre: forse è l’ultima volta: "Ma stiamo domando l’inflazione"

Nessuna pausa, per ora, ma uno stop s’intravvede all’orizzonte. La Bce guidata da Christine Lagarde tira dritto per la sua strada e prosegue la stretta monetaria, ma lascia intendere per la prima volta che questo potrebbe essere l’ultimo rialzo per un po’ di tempo. E il mercato festeggia: ieri Piazza Affari ha guadagnato l’1,4%.

FORSE L’ULTIMO RIALZO

Nella riunione di ieri, il consiglio direttivo dell’Eurotower ha deciso di alzare i tassi di un quarto di punto, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50% (ai massimi di sempre), quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Aggiungendo però che l’inflazione "sarà domata" se i tassi "resteranno così a lungo". A domanda diretta se i rialzi siano quindi finiti, Lagarde ha risposto con prudenza: "Il livello dei tassi ha due modi per essere determinato: dev’essere sufficientemente restrittivo e per un tempo abbastanza lungo. Non abbiamo discusso del tempo, siamo dipendenti dai dati. Dobbiamo testare la nostra valutazione di oggi in base alle stime future". E ancora: "Non possiamo dire che ora siamo al picco dei tassi", pur ammettendo che l’enfasi si è ora spostata un po’ più verso la durata della stretta.

DECISIONE DIFFICILE

La decisione, comunque, non è stata facile. Durante la discussione, ha spiegato Lagarde, c’è stato ampio consenso sull’analisi della situazione macroeconomica, ma alcuni governatori avrebbero preferito una pausa per avere una maggiore certezza sulle condizioni dell’economia. La decisione è stata in ogni caso presa con una "maggioranza solida". Su questa difficoltà si concentra anche la reazione critica del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: "Questa nuova decisione, presa peraltro credo a maggioranza, quindi contrastata, non credo possa aiutare la ripresa economica dell’Europa, che è il principale problema che noi abbiamo e che hanno anche le altre economie a noi collegate".

Tranquillizza Antonio Patuelli, presidente Abi: "Anche con il rialzo odierno della Bce" il tasso "resta uno dei più bassi della Storia d’Italia, che ha visto fino al 19,5% del tasso di sconto".

PREVISIONI

Il motivo principale del rialzo sta nelle nuove proiezioni sull’andamento dell’inflazione, ora prevista al 5,6% (medio) per il 2023 e al 3,2% nel 2024, due stime riviste al rialzo rispetto alle proiezioni di giugno (quando erano 5,4% e 3%). Per il 2025, la Bce si aspetta invece un’inflazione marginamente più bassa: 2,1%, in linea quindi con l’obiettivo, dal 2,2% indicato a giugno. Riviste sensibilmente al ribasso – inevitabilmente dal momento che la politica monetaria inizia a manifestare i suoi effetti – anche le proiezioni sulla crescita, soprattutto per l’anno prossimo: 0,7% quest’anno, 1,0% nel 2024 e 1,5% nel 2025. A giugno le stime indicavano rispettivamente lo 0,9%, l’1,5% e l’1,6 per cento. In pratica, le previsioni della Bce delineano per la zona euro uno scenario di stagflazione: crescita drasticamente rivista al ribasso, ma inflazione rivista un po’ al rialzo per quest’anno e il prossimo.

MUTUI

Non è una bella prospettiva, in particolare per chi ha un mutuo da pagare. L’incremento di dei tassi di un quarto di punto, infatti, porterà la rata di un variabile a sfiorare i 760 euro, vale a dire il 66% in più rispetto all’inizio del 2022. L’ipotesi di Facile.it e Mutui.it è basata su un finanziamento da 126mila euro della durata di 25 anni, partito a gennaio 2022 con un tasso (Tan) di partenza pari allo 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro e arrivato a toccare a settembre 2023 il 5,05%. Ma secondo i Futures sugli Euribor — che rappresentano le aspettative di mercato — il picco è ormai alle porte: il punto massimo dell’indice in questione è dato a 3,90% e oggi è già a 3,80%. Da gennaio in poi, l’indice dovrebbe gradualmente tornare a calare. Gli esperti di Facile.it segnalano però che non è ancora in vista una proroga delle condizioni agevolate fino all’80% per i mutui prima casa destinati ai giovani, la cui scadenza è prevista per il 30 settembre. Da quando è stata introdotta nel 2021, la misura ha consentito a numerosi under 36 di accedere a condizioni vantaggiose alla sottoscrizione del mutuo prima casa, tanto che i richiedenti con meno di 36 anni sono saliti dal 43% del 2021 al 51% del 2023.