Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Bce, cresce incertezza. Servono nuovi stimoli

I tassi resteranno sui livelli attuali "almeno fino a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finchè sarà necessario"

Il presidente Mario Draghi (Ansa)

Roma, 11 luglio 2019 - La Bce è pronta e determinata ad agire con nuove misure di stimolo a fronte delle crescenti incertezze. E' quanto emerge dal resoconto della riunione di politica monetaria di giugno.

ALLENTARE LA POLITICA MONETARIA - I rischi sulle prospettive di crescita dell'Eurozona "restano orientati al ribasso a causa del permanere di incertezze, collegate a fattori geopolitici, alla minaccia di protezionismo e alle vulnerabilità dei mercati emergenti". E' quanto si legge nelle minute della Bce, relative alla riunione del 5-6 giugno, quando i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, su quelle di rifinanziamento marginale e sui depositi sono rimasti invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. Per quanto riguarda la politica fiscale, "si vede nell'Eurozona un andamento moderatamente espansivo, cosa che dà sostegno all'attività economica". Inoltre, la Bce ha segnalato che "sebbene ulteriori miglioramenti dell'occupazione e l'aumento dei salari sostengano la resilienza dell'economia e un graduale miglioramento delle pressioni inflazionistiche, un ampio grado di accomodamento monetario resta necessario per sostenere l'espansione dell'Eurozona, un aumento dell'inflazione e, quindi, sviluppi positivi sull'inflazione nel medio termine". Alla luce di una maggiore dell'incertezza, che probabilmente aumenterà ulteriormente in futuro, il Consiglio direttivo deve essere pronto e preparato ad allentare ulteriormente la politica monetaria, aggiustando tutti gli strumenti e prendendo - per esempio - in considerazione la possibilità di riprendere l'acquisto di bond e di tagliare i tassi di interesse. 

TASSI SU LIVELLI ATTUALI - Il Consiglio direttivo aveva inoltre segnalato di prevedere che i tassi resteranno sui livelli attuali "almeno fino a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finchè sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine".

MARIO DRAGHI - Dopo la riunione di Vilnius, quando Mario Draghi aveva in certa misura deluso i mercati anticipando che per spingere la Bce ad agire servirebbe un ulteriore peggioramento dell'economia dell'Eurozona, il governatore ha aggiustato il tiro, sostenendo che un ulteriore stimolo risulta essere l'unica via possibile, a meno che non ci sia un deciso miglioramento delle condizioni. "Secondo le stime l'inflazione raggiungerà solo l'1,6% nel 2021, a una certa distanza dagli obiettivi della Bce", motivo per cui "e' importante che il Consiglio direttivo dimostri la propria determinazione ad agire" e "a prepararsi ulteriormente a situazioni avverse che si potrebbero verificare in futuro".

SPREAD - "Gli spread dei titoli sovrani dell'area dell'euro ad alto rendimento - ad eccezione dei titoli di stato italiani - sono diminuiti nelle ultime settimane, a differenza dei periodi di ampia avversione al rischio, quando questi spread tendenziali tendono a salire rispetto alle obbligazioni tedesche" specifica la Bce nei verbali, sottolineando che "i rendimenti dei titoli sovrani decennali spagnoli e portoghesi sono stati scambiati ai livelli più bassi mai registrati".