Roma, 12 gennaio 2023 - Crisi energetica, elevata incertezza, indebolimento dell'attività economica mondiale e condizioni di finanziamento più restrittive: sono le cause per cui secondo la Banca centrale europea (Bce) è possibile che l'Europa quest'inverno entri in una recessione. È quanto emerge dal bollettino economico mensile, che sottolinea, tuttavia, che un'eventuale contrazione "sarebbe relativamente breve e di lieve entità". Preoccupa anche l'inflazione, per cui a dicembre la Bce ha già deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento e, sulla scorta della consistente revisione al rialzo delle prospettive, "prevede ulteriori incrementi".
"Crescita contenuta e rivista al ribasso"
L'eventuale recessione farebbe seguito a un terzo in cui l'economia dell'area euro era già rallentata allo 0,3%, e prelude a un 2023 in cui "la crescita dovrebbe essere contenuta ed è stata rivista significativamente al ribasso", scrive la Bce ricordando le proiezioni pubblicate a metà dicembre: crescita dell'economia del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025.
Inflazione media del 6,3% nel 2023
Le stesse proiezioni indicano, "in un contesto di eccezionale incertezza", che un'inflazione del 2% è ancora un obiettivo lontano. "Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, nel tempo, farà diminuire l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione", spiega la Bce. Secondo il bollettino, l'inflazione dovrebbe scendere da una media dell'8,4% nel 2022 al 6,3% nel 2023, passando dal 10% nell'ultimo trimestre del 2022 al 3,6% nel periodo corrispondente del 2023, per poi diminuire a una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. Il documento della Bce nota, inoltre, che le misure di bilancio a sostegno delle famiglie in risposta al caro-energia e all'alta inflazione "dovrebbero frenare l'incremento dei prezzi nel corso del 2023. Una volta revocate, tuttavia, l'inflazione riprenderà a salire".
Salari: tassi di crescita superiori alle medie storiche
L'Eurotower promette alta vigilanza anche sulle negoziazioni salariali: "la dinamica salariale mostra un rafforzamento, che è sostenuto dal vigore dei mercati del lavoro e da un certo adeguamento delle retribuzioni volto a compensare i lavoratori per l'aumento dell'inflazione". Le proiezioni dell'ultimo mese del 2022 promettono tassi di crescita dei salari "ben superiori alle medie storiche".
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Spread sceso nonostante il rialzo dei tassi
Per quanto riguarda i titoli di Stato, il bollettino si sofferma sull'andamento di Italia e Grecia, che pare smentire chi temeva un'impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe. "I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni - nota il documento - sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base". Da marzo, però, arriverà una stretta sui bond acquistati dalla Bce: il portafoglio del programma Asset Purchase Programme (App) "sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile" pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e che verrà poi determinato nel corso del tempo.