Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Bce: rischi dalla tassa extraprofitti sulle banche. “Danneggia i piccoli e la fiducia degli investitori”

La banca centrale europea presieduta da Lagarde nel parere legale diffuso oggi chiede un’analisi e raccomanda cautela

Roma, 13 settembre 2023 – Per la Bce la tassa straordinaria sugli extraprofitti delle banche in Italia comporta rischi. E potrebbe compromettere la trasmissione delle misure di politica monetaria della Bce, favorire la frammentazione del sistema bancario rispetto al resto dell’Ue e aumentare i costi per attirare nuovo capitale.

Così la banca centrale europea nel parere pubblicato oggi rispetto al provvedimento approntato dal governo, notificato alla stessa istituzione lo scorso 11 agosto.

Non solo. La tassa "colpirà in particolare gli istituti meno significativi, che tendono a concentrarsi maggiormente sull’attività di prestito, mentre gli istituti più significativi tendono ad avere una maggiore proporzione di entrate basate su commissioni".

Inoltre, prosegue la Bce, “l’introduzione di un’imposta retroattiva ad hoc aumenta indebitamente l’incertezza politica in merito al quadro fiscale, danneggiando la fiducia degli investitori e potenzialmente anche il costo del finanziamento per le società non finanziarie. La sua natura retroattiva può alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dare origine a un ampio contenzioso, creando problemi di incertezza giuridica”.

La Bce raccomanda “cautela” su questa misura, per garantire che l`imposta “non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti”, per eventuali futuri deterioramenti del credito.

Inoltre la Bce richiede che al fine di valutare l’applicazione dell’imposta dal punto di vista della stabilità finanziaria il decreto venga “accompagnato da un`analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario”, con in particolare uno studio sull’impatto sulla redditività a lungo termine, sulla base patrimoniale, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti, sulle condizioni di concorrenza sul mercato e sul mercato delle liquidità.

Infine Francoforte chiede di chiarire la nozione di “attività totali” rispetto al “perimetro” delle banche e quale sarebbe il trattamento degli enti creditizi in cui siano avvenute fusioni e acquisizioni durante il periodo di stima per il calcolo dell’imposta.

La Bce ricorda di essere “competente a formulare un parere in virtù del trattato sul funzionamento dell’Unione europea” sulle disposizioni applicabili agli istituti finanziari “nella misura in cui esse incidono in maniera significativa sulla stabilità degli istituti e dei mercati finanziari e sui compiti della Bce relativi alla vigilanza prudenziale degli enti creditizi”. E di aver adottato di recente un parere su iniziative simili da parte della Spagna e della Lituania, che in entrambi casi ha analizzato dal punto di vista della politica monetaria, della stabilità finanziaria ed è la vigilanza prudenziale sulle banche. Il parere è stato adottato dall’intero Consiglio direttivo.