
La base Usaf di Aviano
Roma, 14 marzo 2025 – I sindacati italiani Fisascat Cisl e Uiltucs chiedono l’intervento urgente del governo contro le gravi violazioni contrattuali prodotte dagli interventi di Elon Musk nei confronti dei lavoratori delle basi militari Usa nel nostro Paese. I sindacati di categoria di Cisl e Uil hanno lanciato l'allarme sulla grave forzatura contrattuale che rischia di compromettere il rapporto di lavoro di oltre 4.000 dipendenti civili italiani impiegati nelle installazioni militari statunitensi.
Al centro della controversia, una richiesta avanzata dal Dipartimento dell’efficienza governativa (Doge) che impone ai lavoratori di rendicontare in dettaglio l'attività svolta nell'ultima settimana. Una misura che i sindacati ritengono non solo illegittima, ma anche una violazione delle regole pattuite tra i due Stati e un attacco alla sovranità giuridica italiana in materia di lavoro.
Con una lettera indirizzata all'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, al Ministero dell'Interno e ai referenti del Dipartimento della Difesa Usa, i vertici delle due organizzazioni sindacali hanno chiesto un immediato chiarimento su una disposizione che appare del tutto in contrasto con il Contratto collettivo di lavoro, rinnovato lo scorso 11 marzo 2024, e con la normativa italiana in materia di lavoro.
Oltre a questa "ingiustificata ingerenza" nelle modalità di lavoro del personale civile italiano, da Fisascat Cisl e Uiltucs arriva la denuncia di un'altra decisione altrettanto allarmante: il blocco delle assunzioni di nuovo personale civile italiano nelle basi statunitensi, con effetto retroattivo dal 2 marzo 2025. Una misura che sta già avendo conseguenze dirette su lavoratori recentemente assunti e ora costretti a interrompere il servizio, senza alcuna spiegazione e con gravi ripercussioni sulla continuità occupazionale.
I dirigenti di Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato un intervento urgente del governo italiano affinché venga ristabilito il pieno rispetto degli accordi bilaterali e della normativa nazionale. Le organizzazioni sindacali si dichiarano disponibili a fornire ulteriori dettagli e a partecipare a un tavolo istituzionale per discutere una vicenda che rischia di compromettere diritti, tutele e stabilità lavorativa di migliaia di persone. "Le lavoratrici e i lavoratori civili italiani impiegati nelle basi americane sono soggetti esclusivamente alla legislazione italiana e al CCNL che disciplina il loro rapporto di lavoro. Qualsiasi tentativo di imporre regole unilaterali è inaccettabile e privo di qualsiasi fondamento giuridico" dichiarano i responsabili del settore delle due federazioni, sottolineando che "la richiesta del DOGE appare non solo immotivata ma anche destituita da qualsivoglia fondamento giuridico poiché il personale è tenuto a svolgere la propria attività lavorativa in conformità con le mansioni afferenti all'inquadramento contrattuale in cambio della retribuzione".
Non basta. "Prestando la propria opera in una delle cinque basi presenti sul territorio italiano – incalzano – il personale civile italiano è assoggettato unicamente alle leggi del nostro Paese e alle regole definite tra le parti. Pertanto, riteniamo l'indagine avviata dal dipartimento statunitense non essere in capo ai lavoratori civili italiani ma afferire esclusivamente al personale assoggettato alla disciplina degli Stati Uniti. Per questo – concludono – abbiamo richiesto un incontro istituzionale urgente per fare chiarezza su questa vicenda, che potrebbe aprire la strada a un precedente estremamente pericoloso minando la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori delle Basi Usa in Italia".