Un risparmio di 600 euro a famiglia, più o meno pari a un incremento del reddito dell’1,5%. A fare i conti in tasca dopo la manovra economica è la Banca d’Italia, che tra nuova Irpef e taglio del cuneo fiscale valuta in circa 7 miliardi le misure espansive previste dal governo nel 2024. Più precise ancora le stime di Confindustria, che parlano di un vantaggio fra i 560 e i 1.400 euro all’anno per gli scaglioni di reddito da 9mila a 35mila euro. Alla commissione Bilancio del Senato è partito il rush finale delle audizioni. Le conclusioni sono previste per domani, con l’intervento del ministro dell’Economia. Ieri è toccato al vice capo dipartimento Economia e Statistica dell’istituto di via Nazionale, Andrea Brandolini, fare il punto sulla legge di Bilancio spiegando che ci saranno vantaggi per "quasi tre famiglie su quattro; gli altri nuclei non subirebbero variazioni significative di reddito".
L’istituto guidato da Panetta non nasconde qualche timore sull’effettiva realizzazione del piano di privatizzazioni da 20 miliardi e sollecita una maggiore selettività nei tagli alla spesa. Del resto, sottolinea ancora l’esponente di Bankitalia, "la decisione di attuare una manovra espansiva, associata a un piano di privatizzazioni, implica che il rapporto tra il debito pubblico e il Pil scenda solo marginalmente nel prossimo triennio". Un alert accompagnato anche da una ulteriore valutazione relativa alla spesa sanitaria che, di fatto, tornerà sotto i livelli pre-Covid.
Giudizio con luci e ombre anche da parte del presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, che definisce "ragionevole la Legge di Bilancio nella misura in cui concentra le poche risorse disponibili sulla riduzione per il 2024 del cuneo contributivo". Ma dall’altro lato "la ritentiamo incompleta, visto la sostanziale assenza di sostegni agli investimenti privati e a una strategia finalizzata alla crescita e alla competitività". Anzi, dal punto di vista delle imprese, il saldo è negativo: "Su 30 miliardi di misure estensive della manovra, quasi al 55% sono dedicate ai lavoratori e solo il 9,4% alle imprese. Se facciamo la somma di quello che succede con la delega fiscale, siamo in presenza di una rarissima occasione dove una manovra espansiva toglie soldi al sistema produttivo. Sostanzialmente siamo in perdita di un miliardo".
Torna sul capitolo della sanità anche il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, che non esita a parlare di risorse "rilevanti" ma non sufficienti ad invertire il profilo riflessivo già disegnato nel quadro tendenziale. "I vincoli che si porranno in futuro sul fronte della spesa portano a guardare con preoccupazione al rinvio nell’individuazione di soluzioni più strutturali ai problemi del nostro sistema sanitario", ha aggiunto.
Suona un campanello di allarme anche Alessandro Canelli, sindaco di Novara e delegato dell’Anci alla Finanza locale: "Se si tagliano le risorse ai Comuni le strade sono due: o aumentare le tariffe o ridurre i servizi, con tutto quel che ne consegue a discapito della qualità della vita dei cittadini e delle comunità".