Bankitalia punta l’indice contro le inefficienze e la scarsa trasparenza dell’Irpef, fortemente sbilanciata a danno dei redditi medio-bassi (fino a 55.000 euro) da lavoro dipendente. Ma, nello stesso tempo, per compensare possibili riduzioni dell’imposta sui redditi spinge per l’aumento dell’Iva e, principalmente, per la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa. Il che suscita l’immediata reazione sia di Confedilizia sia dell’opposizione (Lega in testa) contro questa possibilità: "Non c’è limite al peggio".
Le critiche alla struttura dell’Irpef attuale, che per come è costruita è un pericoloso disincentivo a lavorare di più, a guadagnare di più e anche ad "assumere", lo pronunciano il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e il capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, Giacomo Ricotti, primi ad essere sentiti nelle audizioni in Parlamento in vista della riforma dell’Irpef.
In ballo è la tassazione di 41,4 milioni di contribuenti con un flusso di 194 miliardi di euro l’anno, l’11% del Pil e il 40% del gettito. L’obiettivo della riforma sarebbe di mantenere quel flusso invariato, ma di distribuirlo meglio, con recuperi da basi imponibili differenti dal lavoro dipendente. E il problema nasce proprio a questo punto. I tecnici della Banca d’Italia propongono di spostare la tassazione sui consumi (con rincari dell’Iva), ma, in primo luogo, di puntare su "un aumento dell’imposizione sulla ricchezza immobiliare e finanziaria".
"Margini di riforma nell’ambito della tassazione della ricchezza immobiliare" - spiegano - possono realizzarsi sia "attraverso la revisione dei valori catastali, sia con l’inclusione delle abitazioni principali (eventualmente prevedendo una detrazione che riduca l’incidenza dell’imposta per le famiglie a basso reddito). Valori catastali aggiornati renderebbero più equa una ipotetica reintroduzione della tassazione sull’abitazione principale".
Secche le reazioni dell’opposizione e delle associazioni di categoria. "E’ sconcertante – accusano da Confedilizia – ascoltare questa proposta dalla Banca d’Italia. Tra i molteplici danni che ha causato l’aumento dell’Imu, ve n’è almeno uno che dovrebbe interessare la Banca centrale: il crollo del valore degli immobili, e quindi delle garanzie reali delle banche, ora peggiorato dalla pandemia".