Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Bank run: significato e traduzione. Cosa sono e perché si verificano

Dai casi famosi del passato a quelli più recenti di Silicon Valley Bank e Credit Suisse.

Roma, 16 marzo 2023 - L’espressione anglosassone bank run significa in italiano “corsa agli sportelli”. Accade quando numerosi correntisti, in massa, si precipitano presso il proprio istituto di credito per prelevare il denaro che hanno depositato. Scene simili si verificano durante le crisi finanziarie, quando i clienti hanno sfiducia e temono che la banca non sia più in grado di pagare le proprie obbligazioni. Di solito una banca ha a disposizione solo una quantità limitata di contanti che non è la stessa quantità dei suoi depositi complessivi. Se tante persone, in contemporanea, richiedono denaro, la banca non ha abbastanza liquidità da restituire ai propri depositanti.

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I più famosi bank run

Le corse agli sportelli e le correlate crisi finanziarie ed economiche sono documentate in molti paesi e in diverse epoche, dalla cosiddetta Bolla dei tulipani nei Paesi Bassi del XVII secolo al crollo di Wall Street nel 1929 con la Grande Depressione durata dieci anni, fino al 1939.

In tempi più recenti si ricordano:

- la crisi in Argentina nel 2001; - quella del 2002 in Uruguay; - l’esplosione della bolla immobiliare e dei mutui sub-prime tra il 2007 e il 2008, culminata con il crac della Lehman Brothers; - la bufera del 2012 su Bankia, in Spagna; - il panico bancario in Grecia nel 2015; - il panico bancario in Turchia nel 2016 durante il tentato colpo di Stato.

Negli ultimi giorni si è parlato molto di bank run in seguito a quanto è accaduto al fallimento della Silicon Valley Bank e al crollo in borsa di Credit Suisse, con ripercussioni su scala mondiale.

Cos’è successo alla Silicon Valley Bank

Nel 2021, con un capitale di oltre 200 miliardi di dollari, la Silicon Valley Bank, in California, risultava il 16esimo istituto di credito statunitense. Negli ultimi mesi gli investitori privati sono entrati in crisi e hanno cominciato a prelevare dai loro conti. I prelievi sono stati tali che la Silicon Valley Bank, impegnata a recuperare soldi, ha venduto i titoli che aveva in portafoglio in perdita a causa dei tassi elevati, che era impreparata a fronteggiare. Il crac – il secondo più grande nella storia bancaria statunitense, dopo quello di Lehman Brothers nel 2008 – ha fatto temere una nuova crisi finanziaria americana e su scala globale.

Il crollo di Credit Suisse

Credit Suisse è la seconda banca svizzera per importanza dopo UBS. Nei giorni scorsi, dopo che un investitore di primo piano dell’istituto, in difficoltà, ha dichiarato di non essere in grado di fornire ulteriore liquidità in seguito a nuove strette normative, le azioni di Credit Suisse sono crollate ai minimi storici, con un calo del 24,2% a 1,69 franchi alla piazza di Zurigo. Un tonfo che ha innescato una valanga di vendite sul comparto bancario europeo.

I rischi del bank run

Al fenomeno del bank run sono associati almeno due pericoli:

-  uno deriva dal fatto che quanto la clientela ritira in fretta del denaro depositato, provoca una mancanza di liquidità della banca tale da mettere in grande difficoltà anche gli istituti più solidi. Come spiegato in precedenza, ogni banca utilizza i depositi dei propri clienti in prestiti a interesse che non le permettono di avere immediatamente a disposizione le somme dei propri correntisti;

-  un altro grosso rischio collegato alla “corsa agli sportelli” ha a che vedere con il suo carattere sistemico: a fronte della crescente interconnessione dei mercati finanziari contemporanei, i flop delle singole banche si trasformano in crisi di tutto il comparto bancario. Molto spesso sono chiamate in causa direttamente le banche centrali che si trovano a dover intervenire con garanzie dirette e prestiti a favore degli istituti sull’orlo del fallimento per contrastare l’espansione a macchia d’olio delle insolvenze e per evitare un preoccupante “effetto domino”.