di Achille Perego
Sviluppo e pieno coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali sulle tematiche ESG. Banco Bpm, il terzo gruppo bancario italiano, ha annunciato infatti nei giorni scorsi la nascita del Comitato manageriale Environmental Social and Governance (ESG), presieduto dall’ad Giuseppe Castagna (nella foto) e che vedrà, fra i membri permanenti, anche i due condirettori generali Domenico De Angelis e Salvatore Poloni, oltre a quasi tutti i responsabili di prima linea della banca.
Il riconoscimento del valore strategico degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals: SDGs) – obiettivi già condivisi e perseguiti da tempo da Banco Bpm – ha determinato anche l’istituzione della nuova struttura Sostenibilità (già attiva), con lo scopo di dare maggiore impulso a tutte le attività del gruppo volte a orientare la governance e la cultura aziendale a un sempre maggiore presidio delle tematiche ambientali e sociali.
"Banco BPM si è impegnata nel rendere la sostenibilità un valore condiviso tra tutti gli stakeholders interni ed esterni – spiega Castagna –. Crediamo che vada superata la concezione dell’ESG come richiesta pressante da parte dei regulators e che ci si impegni tutti all’interno della nostra azienda per considerare sostenibilità e ambiente come valori condivisi tra le nostre persone, le aziende e i territori in cui operiamo".
La struttura Sostenibilità, posta in staff al Responsabile comunicazione Matteo Cidda, eredita parte delle attività già svolte da tempo in banca: responsabile sarà Liana Mazzarella, manager con una solida esperienza all’interno del gruppo in ambito pianificazione, controllo di gestione e da diversi anni a capo del team di responsabilità sociale d’impresa. I principali compiti del Comitato ESG riguardano il posizionamento di Banco BPM rispetto al tema della sostenibilità e dei 17 goals dell’Onu e la promozione di iniziative strategiche in questo ambito. Il Comitato avvierà inoltre il coordinamento delle funzioni coinvolte nei progetti e avrà il presidio degli argomenti cruciali come il cambiamento climatico e la diversity. Si occuperà anche di validare i principali contenuti utili per le interlocuzioni con Autorità di vigilanza, investitori, analisti, agenzie di rating e altri stakeholder.
La funzione Sostenibilità ha invece il compito di coadiuvare il Comitato ESG nella messa a terra delle diverse attività ma anche di curare il processo di predisposizione della DCNF (Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario) e la definizione dei temi rilevanti e gli indicatori di sostenibilità. Si occupa inoltre di valutare gli impatti di sostenibilità derivanti dalle iniziative del gruppo e di fornire supporto alle strutture della banca ai fini della loro realizzazione. Deve, infine, promuovere la comunicazione esterna e interna sulle questioni relative agli ESG, favorendo la diffusione della cultura della sostenibilità.
Ma il contributo di Banco BPM alla crescita sostenibile del Paese passa anche attraverso l’attività del credito. Il supporto delle aziende che intraprendono un percorso di transizione verso un modello di business sostenibile, e quindi più efficiente, rappresenta infatti un obiettivo strategico per il gruppo. Va in questa direzione l’istituzione recente del plafond “Investimenti Sostenibili 2020-2023” che risponde alle esigenze che stanno emergendo in maniera sempre più forte da parte delle imprese, come dimostra la crescente domanda di strumenti finanziari “sustainability oriented” anche in un contesto complesso come quello attuale. Il plafond ammonta a 5 miliardi ed è già attivo per alcune tipologie di investimento come lo sviluppo di impianti per la produzione di energie rinnovabili (solare, eolico, biogas) e le operazioni real estate ad alta efficienza energetica. A queste se ne aggiungeranno progressivamente altre in coerenza con ulteriori attività previste dalla Tassonomia Ue (il sistema europeo di classificazione delle attività sostenibili), quali ad esempio gli interventi per l’efficientamento energetico e gli investimenti diversi dall’energy in settori cosiddetti ‘transitional’ (caratterizzati da alti livelli di emissione come i trasporti) finalizzati al miglioramento del proprio impatto ambientale.