Aumentano i tassi sui nuovi depositi risparmio, ma aumentano anche le sofferenze bancarie e il rallentamento dell’economia, dovuto agli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla BCE da oltre un anno, frena la richiesta di nuovi prestiti da parte di famiglia e imprese: è la fotografia dell’ultimo rapporto mensile Abi. "A settembre 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,8% rispetto a un anno prima, mentre ad agosto 2023 avevano registrato un calo del 3,5%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 6,2% e quelli alle famiglie dello 0,6%. Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che deprime la domanda di prestiti", scrive in una nota l’Abi.
I tassi su certificati di deposito e depositi vincolati sono passati dal 3,39% di agosto al 3,57% dei settembre: nel giugno 2022, ultimo mese prima dei rialzi Bce, era a 0,29%. Sul tasso fisso, i rendimenti delle nuove obbligazioni segnano il 4,42%, (1,31% in giugno 2022). Anche sui soli depositi in conto corrente il tasso è cresciuto allo 0,44% dallo 0,41% di agosto, tenendo presente che il conto corrente va utilizzato per i servizi bancari e non ha una funzione di investimento.
Sono però cresciuti anche i tassi sulle operazioni di prestito: i finanziamenti alle imprese sono passati in media dal 5,01 di agosto al 5,35, mentre in leggera controtendenza i tassi per acquisto di abitazioni è sceso al 4,23% (ad agosto era il 4,29%). Nella media, il tasso medio sul totale dei prestiti è stato a setembre del 4,55%, contro il 4,48% di agosto.
A crescere sono state anche le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse): 17,9 miliardi di euro a settembre contro i 16,4 miliardi di luglio. Valori comunque lontanissimi dal picco raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi): rispetto a 8 anni fa il calo è di 70,9 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,06% ad agosto 2023 (0,96% di luglio 2023; 4,89% a novembre 2015).
Altro capitolo, quello della raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, che ha registrato in un anno un incremento di quasi 230 miliardi tra agosto 2022 e agosto 2023 (134,7 miliardi famiglie, 30,6 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). A settembre 2023 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+16,9%), in accelerazione rispetto ad agosto 2023 (+16,4%).