Bari, 30 gennaio 2023 - L’Italia si prepara a entrare in forze nella banca mondiale dei semi alle Svalbard, nell’Artico, il forziere che raccoglie materiale da tutto il globo, si chiama Svalbard Global Seed Vault.
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Il progetto del Cnr
Gaetano Laghetti, agronomo e ricercatore del Cnr, curatore della banca dei semi di Bari - la più grande del nostro paese, si occupa delle colture mediterranee, spiega: "Siamo stati invitati a farlo, stiamo selezionando trecento tra cereali e leguminose, questa è una prima tranche. Attualmente alle Svalbard ci sono solo due campioni italiani di semi di mais, depositati da un istituto di ricerca del Nord”. La banca viene aperta proprio in queste occasioni, quando arrivano 'i carichi' da qualche parte del globo.
"Che cos’è la banca mondiale dei semi"
Come un’Arca di Noè, lo scrigno delle Svalbard è un bunker a prova di tutto, "dal cambiamento climatico all’innalzamento dell’Oceano agli attentati, ha pareti di acciaio così spesse che nessuno riuscirebbe a raggiungerne il cuore. Non a caso l'hanno chiamata 'forziere'. I semi sono sigillati e nessuno può metterci le mani. La nazione che li ha inviati può chiederli indietro in qualsiasi momento, se ci ripensa".
A questo link l'attività dell'istituto di bioscienze e biorisorse (IBBR) del Cnr
Nel 2017 si è allagata
Unico incidente in 15 anni dalla nascita - l'anniversario cade ad aprile -, nel 2017 la banca delle Svalbard si è allagata, "e questo sinceramente ha sorpreso un po' tutti - ammette il ricercatore Cnr -. Ma non ci sono stati danni".
A cosa serve la banca mondiale dei semi
Ecco come funziona: "Tutti i paesi del mondo possono inviare dei semi che vengono conservati gratuitamente. Tanti che non si possono permettere gli impianti del freddo attivi 24 ore su 24 risolvono così il problema della conservazione dei semi autoctoni”.
L'ultima apertura del forziere alle Svalbard
#Svalbard @GlobalSeedVault is the world's largest safety backup facility for #crop diversity, offering #genebanks to store duplicate #seeds free of charge and under black box conditions. Participants of the #GB9 to the #itpgrfa can learn more at a side event at lunchtime today. pic.twitter.com/BgHqDsS2ep
— NordGen (@NordGen) September 20, 2022
Le banche dei semi nel mondo
L’utilità di una banca dei semi si è toccata con mano in Siria, con la guerra quella che esisteva è stata distrutta "e ora sta risorgendo in Marocco, per fortuna avevano inviato una copia delle varietà conservate".
La banca dei semi di Bari
Ma non tutti i forzieri sono uguali. "La nostra banca - chiarisce il ricercatore - si occupa del Mediterraneo ma non ci limitiamo a conservare i semi e basta. Noi li monitoriamo, controlliamo se stanno invecchiando e in quel caso vengono ringiovaniti. Invece quella delle Svalbard è 'solo' un deposito. Quindi da un certo punto di vista è incompleta".
"La difesa dei semi antichi"
Tutto il movimento è nato "perché con le nuove varietà moderne, iperproduttive, le vecchie si estinguono. L’agricoltore non le coltiva più, compra questi semi ibridi che producono molto di più. Penso ad esempio ai grani degli antichi romani, al farro piccolo ormai rarissimo, si tratta anche di progenitori selvatici degli attuali". Ma la super produzione contemporanea non rischia di snaturare anche il gusto? "Molte volte sì - risponde il ricercatore -. Spingendo con i concimi si va un po’ a diluire i contenuti in vitamine e minerali. Si ha piu produzione ma il sapore ne risente. Altre volte, invece, le varietà moderne hanno davvero qualcosa in più perché perché c’è stato un lavoro di miglioramento genetico".