Sabato 21 Dicembre 2024
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Azioni, dividendi e rischi: come tutelarsi

A cosa prestare attenzione quando si acquistano delle azioni: i vantaggi e rischi derivanti con un focus sui dividendi.

Roma, 6 maggio 2024 – Un risparmiatore che è interessato a far crescere le proprie ricchezze ha davanti a sé diverse possibilità di investimento, tra cui quelle in azioni. Si tratta di un’opportunità di guadagno che può rivelarsi molto vantaggiosa, ma che ha anche tanti rischi che non possono non essere considerati quando si decide di comprare delle azioni. Impegnare il proprio capitale nel mercato azionario, infatti, richiede esperienza e conoscenza, figlia di una formazione continua.

I rischi e vantaggi delle azioni e dei dividendi - Crediti: Pexels
I rischi e vantaggi delle azioni e dei dividendi - Crediti: Pexels

Azioni e dividendi, cosa sapere

Quando un soggetto decide di investire in azioni acquista il possesso di una percentuale, anche minima, di una società che è quotata in borsa. L’azionista ha il diritto di partecipazione agli utili della società, così come può far valere la propria posizione sulle decisioni che riguardano la gestione aziendale (con l’impatto sul risultato finale che sarà maggiore al crescere del numero di azioni che detiene). Nel momento in cui si posseggono delle azioni di una società, sono sostanzialmente due le possibilità di guadagno derivanti da questa attività:

  •  la crescita del valore delle azioni nel mercato, con l’investitore che può trarre guadagno dalla vendita dei titoli a terzi a un prezzo maggiore rispetto a quello che ha sostenuto in precedenza;
  •  la distribuzione dei dividendi da parte della società quotata in borsa, con gli azionisti che ricevono utili in proporzione alla loro quota azionaria. Si tratta di un flusso periodico di denaro per gli azionisti che cresce all’aumentare dei risultati conseguiti dalla società quotata.

Appare evidente che i guadagni di un azionista derivano, totalmente, dall’andamento delle sue azioni e dai traguardi che la realtà quotata in borsa riesce a ottenere. Si tratta di un investimento di per sé molto rischioso, visto che sono diversi gli elementi da tenere in considerazione quando si decide di acquistare delle azioni. Proprio quest’ultimo aspetto impone agli azionisti la necessità di ponderare al meglio le loro scelte, avendo cura anche di diversificare quanto più possibile il loro portafoglio d’investimento.  

Rischi e vantaggi dell’investimento in azioni

All’investimento in azioni sono collegati una serie di vantaggi e rischi che devono essere ben chiari al risparmiatore che intende impegnare parte del proprio capitale in questa tipologia di collocamento. Per quanto riguarda i benefici, abbiamo:

  • l’apprezzamento - potenziale - del capitale investito, specie nel caso in cui l’investitore dovesse scegliere al meglio i titoli su cui puntare;
  • la possibilità di ottenere i dividendi, una fonte di reddito passivo che contribuisce a incrementare quello complessivo dell’investitore e che rappresenta una flusso di cassa regolare;
  • l’ottenimento di una diversificazione del proprio portafoglio, andando così a ridurre il rischio associato a ogni singolo investimento e ad aumentare le opportunità di rendimento;
  • la partecipazione alla proprietà delle aziende di cui si acquistano le azioni, potendo così far sentire la propria voce nella gestione strategica delle stesse;
  • un buon livello di liquidità, con tale caratteristica che deriva dal fatto di aver investito in un mercato, quello azionario, che è per sua natura molto liquido. Le azioni, infatti, possono essere acquistate e vendute con grande facilità, trasformandosi così immediatamente in denaro per l’investitore che le cede.

Vi sono, tuttavia, una serie di rischi legati agli investimenti in azioni, tutti, o quasi, riconducibili alla grande variabilità di questo mercato. Più nel dettaglio, i pericoli dall’investimento in azioni sono:

le fluttuazioni a breve termine del mercato azionario, con la vulnerabilità che può portare a un repentino cambio dello scenario e a potenziali perdite per gli investitori;

il rischio di perdita totale, con il valore delle azioni che può ridursi drasticamente fino quasi ad annullarsi in caso di fallimento dell’azienda quotata o di suoi evidenti problemi finanziari;

il rischio di crisi del settore o dell’azienda su cui si è investito, con alcuni eventi - spesso imprevedibili - che possono impattare in maniera molto negativa sull’investimento dell’azionista;

la variabilità dei dividendi che, di fatto, vengono stabiliti dall’azienda che li eroga. Questa potrebbe decidere, per ragioni interne, di ridurli o eliminarli, andando così a interrompere il flusso di reddito passivo degli investitori;

il possibile errore di valutazione commesso dall’investitore nello scegliere i titoli azionari su cui puntare.

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Dividendi, a cosa prestare attenzione

Il dividendo rappresenta una fonte di reddito per l’azionista, il quale tuttavia deve conoscere sia i vantaggi che i rischi legati a un investimento sui titoli azionari. A decidere quando, come e in che entità verranno distribuiti i dividendi è la società quotata in borsa, la quale solitamente si attiva in tal senso se la chiusura del bilancio è stata in attivo. Può anche accadere, tuttavia, che l’azienda decida di distribuire i dividendi attingendo alle riserve accumulate nel corso degli anni precedenti, tralasciando dunque quanto è espresso dal bilancio.

La distribuzione dei dividendi può apparire in ogni caso come un elemento positivo, con il management che ha fiducia sulle proprie prospettive future, anche se molto spesso questa procedura può essere intesa come un gesto imbonitore nei confronti dei mercati o di tipo attrattivo per nuovi azionisti. Diverso è il caso in cui l’azienda quotata decida di non distribuire i dividendi il che, tolto il flusso di reddito passivo per gli azionisti, non è necessariamente un aspetto negativo. La realtà economica, infatti, potrebbe aver deciso di investire l’attivo in nuovi progetti che, in prospettiva, potrebbero portare a un netto aumento dei dividendi per gli azionisti.

Chi investe in azioni deve prestare attenzione ad alcuni passaggi fondamentali legati alla distribuzione dei dividendi. Anzitutto, per poter ottenere la redditività passiva è necessario che gli investitori detengano le azioni nel giorno di stacco, cioè in quello in cui i dividendi vengono pagati. Vi è poi la tassazione che viene applicata su questi redditi che richiede un distinzione netta tra tasse estere e italiane:

  • i dividendi che arrivano da società estere, al netto delle tasse estere e di quelle italiane, sono pari a circa il 50 per cento dell’importo lordo. Vi sono delle eccezioni come nel caso del Regno Unito e del Brasile, che non tassano i dividendi delle azioni all’estero;
  • i dividendi che arrivano da società italiane vengono tassati al 26 per cento.

Va infine precisato che l’Italia ha in vigore degli accordi con alcuni Paesi esteri per limitare la tassazione media al 15 per cento. Tale percentuale è molto facile da ottenere per i dividendi che arrivano da società statunitensi (dal 30 per cento al 15), mentre per altri Paesi il processo è decisamente più complicato.