Lunedì 10 Marzo 2025
PAOLO VERRI
Economia

Ferragni prova a ripartire: perde 10 milioni e ricapitalizza. Ma il cda si spacca sull’aumento

In due anni Fenice Srl, la società dell’influencer, ha registrato un rosso di bilancio da record. Il socio che rappresenta il 27,5% si è opposto al rifinanziamento. E lei coprirà anche le sue quote

Chiara Ferragni (Epa via Ansa)

Chiara Ferragni (Epa via Ansa)

Milano, 10 marzo 2025 – Un tentativo di riportare la nave sulla linea di galleggiamento. Ma il vascello di Chiara Ferragni non ha ancora superato la tempesta. I soci di Fenice Srl, l’azienda che è titolare dei marchi dell’influencer messa alle corde dal pandoro gate, si spaccano durante l’assemblea che ha varato l’aumento di capitale necessario a ripianare le perdite di bilancio. L’azienda, oggi amministrata da Claudio Calabi, ha affrontato la svolta senza unanimità. Durante la riunione, l’imprenditore Pasquale Morgese, azionista al 27,5%, avrebbe infatti votato contro la ricapitalizzazione, che è stata approvata con i soli voti di Sisterhood Srl (realtà riconducibile alla stessa Ferragni con il 32,5% delle quote) e Alchimia Spa, che possiede l’altro 40% e fa riferimento all’ex presidente Paolo Barletta. Morgese, socio di lungo corso di Ferragni, si sarebbe riservato, a quanto si apprende da fonti a lui vicine, di impugnare sia il bilancio che le delibere assembleari relative alla ricapitalizzazione.

A propria volta, la Sisterhood di Ferragni si è detta pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale non solo in proporzione alla propria quota, ma anche per la parte che non fosse sottoscritta dagli altri soci, per “consentire a Fenice di proseguire con successo la propria attività”. L’operazione, quindi, viene garantita in prima persona dall’influencer dopo un’annata tutt’altro che serena nell’ex gallina dalle uova d’oro. La società infatti, secondo indiscrezioni di stampa, nel 2023 avrebbe registrato ancora ricavi per 11-12 milioni che poi sarebbero però crollati a meno di 2 nel 2024. Ne sarebbe derivata una perdita cumulata in due anni per dieci milioni di euro. Una cifra che richiede, per garantire la continuità aziendale in serenità, una corposa iniezione di capitali per rimettere in sesto conti e prospettive. Calabi gestisce l’azienda dopo le dimissioni di Barletta e Ferragni, che erano arrivate a novembre.

Proprio il terzo socio, che controlla la quota più bassa e non era coinvolto direttamente nell’amministrazione dell’azienda, avrebbe quindi contestato pesantemente la gestione precedente e la soluzione individuata per salvare l’azienda, messa alle strette dal duro momento di Ferragni e dal calo di fiducia seguito alle inchieste sulle presunte false operazioni benefiche legate ai pandori e alle uova di cioccolata. Le perplessità di Barletta arriverebbero proprio dalle difficoltà di Ferragni nel risollevare la propria immagine che è, in sostanza, l’unico vero asset della società. L’imprenditrice digital ha iniziato da mesi un cauto ritorno attraverso i canali social e le presenze nel mondo della moda. Hanno avuto eco le presenze a diverse sfilate nell’ultima Milano Fashion Week.

Significativo, comunque, l’impegno economico che la stessa influencer punta a riversare sulla società che è proprietaria dei marchi commerciali che fanno riferimento a lei. L’aumento di capitale è infatti di 6,4 milioni di euro. E se il bilancio, nel tentativo di evitare impugnazioni di Morgese, è stato vistato da un revisore, ancora non ci sarebbe un piano industriale, perché l’emergenza, ad oggi, restano i conti. Calabi, non a caso, ha sottoposto Fenice a una dura spending review. Dimezzato il personale, oggi a 8 unità, addio alla sede di prestigio. L’azienda ora sta allo stesso indirizzo di Sisterhood, l’azienda della famiglia Ferragni. Ma la scommessa sta tutta nella capacità dell’influencer di tornare appetibile per i grandi marchi che ne hanno decretato successo e ricchezza.