Roma, 9 giugno 2024 – Il nuovo piano economico del governo australiano, Future Made in Australia (Fma), è l'ultimo esempio di una politica industriale mirata a promuovere la produzione verde e le energie rinnovabili. Il pacchetto, volto ad accelerare il cammino verso l'obiettivo Net Zero, si sta configurando come l'elemento politicamente più controverso del bilancio.
Il piano del primo ministro australiano Anthony Albanese, battezzato 'Future Made in Australia', prevede l'investimento di risorse pubbliche nelle industrie della manifattura e delle energie rinnovabili al fine di edificare un'economia "più pulita e resiliente". Nelle parole del premier, gli investimenti pubblici serviranno a tenere il passo dei partner e dei competitori globali che stanno iniettando ingenti sussidi nelle industrie emergenti. "Dobbiamo essere disposti a superare le vecchie ortodossie e manovrare nuove leve per far avanzare l'interesse nazionale", ha dichiarato Albanese all'annuncio del piano economico.
Gli obiettivi sembrano grandiosi, con 22,7 miliardi di dollari australiani (circa 13,8 miliardi di euro) di spesa pubblica prevista per il prossimo decennio. Una buona parte dei fondi sarà usata come sussidi alla produzione: 6,7 miliardi di dollari sono destinati alla produzione di idrogeno con energie rinnovabili, altri 7 miliardi, invece, alla raffinazione e lavorazione di 31 minerali critici. Essi sono alla base di tante tecnologie pulite che favoriscono la transizione ecologica: rame, litio, nichel, cobalto e terre rare sono componenti fondamentali di turbine eoliche, pannelli solari, veicoli alla spina e reti elettriche.
Questa spesa complessiva di 13,7 miliardi di dollari per incentivi fiscali sarebbe la misura centrale del pacchetto, ma è anche la più contestata dall'opposizione australiano, che la ritiene un modo per 'regalare' miliardi di dollari ai più ricchi.
Il piano, almeno in parte, imita i crediti d'imposta offerti dal ben più ampio Inflation Reduction Act (Ira, che prevede una spesa di circa 500 miliardi di dollari americani) degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo l'analisi di Goldman Sachs, è improbabile che l'impatto macro dell'Fma possa eguagliare quello del pacchetto americano: secondo gli esperti, il governo australiano dovrebbe quintuplicare le spese per avvicinarsi agli Usa. Per quanto riguarda i sussidi di 13,7 miliardi di dollari australiani, sebbene utili al margine, non sono abbastanza per ottenere un cambiamento significativo nel breve termine, proseguono gli analisti di Goldman Sachs.