Mercoledì 4 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Autostrade, cosa cambia con la riforma delle concessioni

Tra le novità previste il riequilibrio tra i pedaggi su tutto il territorio nazionale e l’assegnazione di concessioni per non più di 15 anni

Un'autostrada  - Crediti iStock Photo

Un'autostrada - Crediti iStock Photo

Roma, 4 dicembre 2024 – Entro la fine dell’anno verrà approvata in via definitiva la riforma sulle concessioni autostradali prevista nel ddl Concorrenza e rientrante in uno dei 69 obiettivi da raggiungere per l’Italia in ottica settima rata del Pnrr. Questo testo di legge prevede una serie di novità molto importanti per le autostrade, soprattutto per quanto riguarda gli investitori privati e i concessionari che vorranno impegnare il loro denaro su di esse. È inoltre previsto un riequilibrio tra i pedaggi in tutto il territorio nazionale per sopprimere le attuali differenze esistenti tra diverse Regioni e province. Molto importante, il fulcro del testo di legge in realtà, sono le modifiche relative alla tutela della concorrenza con le concessioni che in futuro potranno durare al massimo 15 anni, termine oltre il quale sarà necessaria una nuova gara per il rinnovo o l’affidamento ad altro soggetto.

Autostrade, le nuove regole per la concorrenza

Il primo obiettivo del testo di legge sulle autostrade riguarda, come detto, un miglioramento della concorrenza. Entrando più nello specifico le concessioni potranno avere una durata massima di 15 anni, oltre i quali servirà una nuova gara per una nuova assegnazione o la conferma del precedente gestore. C’è, tuttavia, la possibilità che la concessione possa durare di più, situazione questa che si verifica nel caso in cui il ministero dei Trasporti contempli l’esecuzione di lavori che potrebbero, da soli, durare più di 15 anni. Tale ipotesi sembrerebbe ora solo potersi applicare alle nuove concessioni.

Sempre nell’ottica di una maggiore concorrenza garantita, fondamentale sarà il parere espresso dall’Autorità sui piani economici e finanziari, con l’assegnazione che non potrà interessare tratti di autostrade troppo lunghi. È previsto un range massimo compreso tra i 180 e 315 chilometri.

Come cambiano i pedaggi

Gli interventi della riforma interessano anche i pedaggi che, diversamente da quanto inizialmente previsto, non saranno nazionali. All’orizzonte un nuovo schema tariffario basato su quello sperimentato per quattro concessioni, quelle di Ativa, Satap A21, Salt e Autostrada dei Fiori. La struttura prevede tre componenti:

- due di competenza del concessionario;

- uno, l’extragettito, destinato al concorrente e i cui proventi saranno utilizzati per realizzare investimenti (soprattutto in tema di sicurezza) senza prevedere l'aumento dei pedaggi.

A quanto detto va aggiunto che, secondo l’intenzione espressa del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, verrà creato e garantito un “fondo unico nazionale per quegli investimenti che sono assolutamente fondamentali".

Il progetto Autostrade di Stato

A quanto detto va aggiunto che nel corso degli ultimi mesi ha preso sempre più piede il progetto della società Autostrade di Stato. Così come previsto dalla legge di Bilancio 2025, l’Anas, Azienda nazionale autonoma delle strade statali, sarà autorizzata ad assegnare al socio unico Ferrovie dello Stato Italiane spa, attraverso scissione, una “parte del proprio patrimonio” costituito dalle partecipazioni azionarie nelle società Concessioni Autostradali Venete, Autostrada Asti Cuneo, Società Italiana per Azioni per il Traforo del Monte Bianco e Società Italiana Traforo Autostradale del Fréjus.

La stessa società ferroviaria, inoltre, avrà l’autorizzazione di assegnare autostrade dello Stato, avvalendosi sempre di un’operazione di scissione, quanto ricevuto da Anas.