Giovedì 6 Marzo 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Auto, l’Ue apre ai carburanti alternativi. Nuove norme, ma resta lo stop al 2035

Anticipata a quest’anno la revisione del regolamento. Nel piano incentivi per l’elettrico e flessibilità sulle emissioni

Ursula von der Leyen, 66 anni, presidente della Commissione europea

Ursula von der Leyen, 66 anni, presidente della Commissione europea

Roma, 6 marzo 2025 – Il giorno del cambio di passo delle regole europee per l’automotive è arrivato. Non c’è la svolta radicale richiesta da alcuni, ma non c’è neanche la conferma dei paletti previsti fino a oggi. Due, nello specifico, i cambiamenti definiti. Bruxelles mantiene la rotta verso la neutralità climatica del comparto, ma cede alle richieste di Roma e di altre capitali di anticipare già "alla seconda metà del 2025" la revisione del regolamento che dal 2035 imporrà lo stop alla vendita di motori a combustione interna, diesel e benzina.

Nette le parole del commissario. "Non abbiamo tempo da perdere", ha scandito Apostolos Tzitzikostas presentando i dettagli del piano Ue per stimolare la domanda di e-cars e salvare il comparto dalla crisi. La revisione delle norme "avrà luogo nel terzo e quarto trimestre del 2025, invece del 2026". Una revisione che – promette Bruxelles – non toccherà il bando ai motori termici dal 2035 ma permetterà di sancire nero su bianco il principio di "neutralità tecnologica" per i carburanti e di "aprire la strada a nuove o altre tecnologie" per il post-2035: dunque, non solo agli e-fuels richiesti da Berlino che avranno ormai un futuro assicurato sul mercato.

"Valuteremo quali altre tecnologie potrebbero avere un ruolo", ha assicurato il commissario, dando la sponda a Roma per il riconoscimento dei biocarburanti, finora sempre esclusi dalle trattative. Il vicepresidente Stephane Sejourné, a sua volta, fa sapere che nella revisione delle norme "biofuels, e-fuels e neutralità tecnologica saranno al centro delle discussioni". Proprio il governo di Roma rivendica di aver "costretto" Bruxelles "a rimuovere la trappola delle multe e anticipare la revisione: condizioni necessarie ma non sufficienti a evitare il collasso dell’industria dell’auto", ha osservato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incalzando ora a "far fronte comune" per superare "la follia del Green Deal".

Il piano avvalora le anticipazioni fornite da Ursula von der Leyen in persona nei giorni scorsi, a partire dalla promessa di garantire flessibilità alle case automobilistiche per conformarsi agli standard scattati quest’anno: per scongiurare il rischio di multe – che il comparto stima in 15-16 miliardi – la conformità alle regole sarà calcolata su tre anni e non su uno solo. Per aumentare la domanda di veicoli elettrici, allo studio di Bruxelles ci sono schemi di incentivi all’acquisto, sia nazionali sia a livello europeo, linee guida ai Ventisette per adottare programmi di leasing sociale per veicoli nuovi o di seconda mano e una proposta attesa entro l’anno per elettrificare le flotte aziendali, che oggi rappresentano il 60% del parco auto dell’Ue.

A sostenere il piano poche le risorse nuove, perché Bruxelles opta per una rimodulazione di fondi già esistenti promettendo un miliardo da Horizon Europe per l’innovazione del settore (priorità ai veicoli a "guida autonoma"), 500 miliardi di euro per le colonnine di ricarica e 1,8 miliardi per le batterie Made in Europe nei prossimi due anni. Ma l’Associazione europea dei produttori di auto (Acea), sebbene riconosca il piano come "un passo avanti per un approccio pragmatico alla decarbonizzazione", incalza su misure urgenti per sostenere la domanda e le infrastrutture di ricarica. E la stessa bocciatura arriva dalla maggior parte degli europarlamentari italiani.