Roma, 20 settembre 2024 – Gli europei non comprano più auto. Il mercato europeo ha perso il 16,5% dei volumi in agosto rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, un calo ancora più alto, del 29,6%, se si fa il confronto con il 2019, anno precedente alla crisi pandemica. Si tratta di un risultato che ridimensiona anche le performance del mercato da inizio anno: le immatricolazioni restano sì positive, ma soltanto dell’1,7% nell’area Europa più Efta. Rispetto ai livelli ante-crisi i volumi del settore registrano un gap del 20%. Particolarmente negativi sono i risultati registrati in Germania, che rispetto ad agosto 2023 vede calare le immatricolazioni del 27,8%, segue poi la Francia (-24,3%) e la stessa Italia (-13,4%). Più contenute sono le frenate negli altri due maggiori mercati, -1,3% per il Regno Unito e -6,5% per la Spagna.
Tra i gruppi automobilistici, sia Volkswagen (-13,3%) che Stellantis (-28,7%) chiudono il mese in terreno negativo, ma i tedeschi restano a +1,2% rispetto al 2023 da gennaio a oggi, grazie alle performance di Skoda e Seat, mentre Stellantis scende del 3,2%, nonostante i risultati positivi di Citroen e Jeep. A incidere sul risultato negativo di agosto è anche l’andamento delle auto elettriche (Bev), calate nel mese del 36%, con picchi negativi del 68,8% in Germania, del 40,9% in Italia, del 33,1% in Francia e del 24,8% in Spagna, mentre il Regno Unito fa registrare una crescita (+10,8%). L’Acea, l’associazione dei produttori auto, è ritornata a puntare il dito sulle istituzioni europee, chiedendo "di presentare misure di soccorso urgenti prima che i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni entrino in vigore nel 2025". Nei giorni scorsi l’Acea ha chiesto a Bruxelles di rimandare di 2 anni l’entrata in vigore dei nuovi standard emissivi per le auto, previsti per metà 2025. Le ha fatto eco Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: "È urgente che l’Ue riveda la sua politica per la transizione energetica". Entro fine mese, l’opposizione manifestata da diversi Paesi potrebbe coagularsi in un’iniziativa guidata dall’Italia per posticipare lo stop ai motori endotermici nel 2035. Poi c’è il pericolo che le auto cinesi a buon mercato in arrivo in Europa rivitalizzino il mercato, a spese delle compagnie europee che non si sono ancora riconvertite. Su questo fronte la guerra dei dazi sembra per il momento rimandata. Il voto finale sui dazi da parte dei Paesi Ue, in programma il 25 settembre, è stato rinviato.