Venerdì 21 Febbraio 2025
ELISA SERAFINI
Economia

Auto elettriche cinesi a prezzi shock: il segreto è in Thailandia

La Cina apre scuole in Thailandia in collaborazione con i governi locali, per delocalizzare parte della produzione grazie a lavoratori specializzati. Il governo Thailandese promuove importanti sconti fiscale

Alcuni studenti del centro di apprendimento sui veicoli elettrici in Thailandia

Nok ha 19 anni, e sta frequentando il secondo anno di una scuola professionale, un “vocational college” a Chonburi, nella zona Est del Paese. Il suo obiettivo è diventare tecnico specializzato in auto elettriche. Nok è ottimista, perché il suo istituto, il Chonburi Technical College ha aperto un centro specializzato per l’apprendimento di competenze per l’industria dei veicoli elettrici, grazie ad una partnership con GWM, una delle maggiori società di produzione EV cinese e proprietaria del brand ORA. GWM, insieme a BYD (anch’essa cinese) rappresenta uno dei più importanti player dell’industria. BYD ha superato, a livello mondiale, le vendite di Tesla e punta sempre più a mercati internazionali: oltre la Cina, la Thailandia, l’India, il Brasile e il Messico. Anche in Italia sarà possibile acquistare i modelli della società. Il mercato delle auto elettriche cinesi ha stabilito, recentemente, un nuovo record. BYD ha lanciato “Seagull”, l’auto elettrica più economica di sempre, disponibile a un prezzo di 73.000 Yuan, poco più di 9000 euro, circa 10mila dollari, ben meno della metà dei 26mila necessari per acquistare l’auto elettrica più economica degli Stati Uniti, la Chevy Bolt o la Dacia Spring, disponibile in Italia per circa 19mila euro. La concorrenza sta mettendo alla prova Tesla, che nei primi cinque mesi del 2023, ha venduto 200mila vetture in Cina, abbassando i prezzi fino al 13% sul mercato locale. Oggi i prezzi della Model 3, in Cina partono da circa 32.700 dollari, oltre il 30% in meno rispetto al prezzo di una Model 3 standard venduta sul sito di Tesla negli Stati Uniti.  

Il segreto dei prezzi in Thailandia: tra scuole e incentivi fiscali 

La guerra dei prezzi tra le società di veicoli elettrici è costellata da scelte strategiche, politiche ed industriali. Un contributo alla riduzione dei prezzi delle EV cinesi lo ha permesso la delocalizzazione in Thailandia, diventato il Paese più importante per produzione di componenti per veicoli elettrici del mercato Cinese. La Thailandia è già l’undicesimo produttore al mondo di auto, e il primo nella regione del Sud Est Asiatico, e punta a diventare l’hub asiatico della produzione elettrica. Con questo obiettivo, il Paese ha da alcuni anni promosso politiche di attrazione di investimenti con aggressivi sconti fiscali (tra questi una Zona Economica Speciale nella zona Est del Paese), investimenti in infrastrutture e formazione per il reperimento di lavoratori specializzati, come Nok. La Thailandia offre ai produttori cinesi sostenibilità economica grazie al ridotto costo della vita e del lavoro, senza compromessi su competenze e sul livello di produttività. I programmi delle scuole tecniche, e delle università, vengono condivisi con le società di produzione automobilistica, che puntano ad assumere i diplomati, trasferendo alcuni di loro in Cina, per programmi di eccellenza e mantenendo la maggior parte di loro sul territorio thailandese, in una delle fabbriche locali o in una delle oltre 1600 aziende attive nell’industria. I produttori cinesi hanno promesso alla Thailandia 1.4 miliardi di dollari di investimenti nel Paese, investimenti che hanno un ritorno importante sull’abbassamento dei prezzi dei veicoli. Il Paese però, non vuole rimanere legato al solo export e punta a creare un mercato interno che permetta di avere circa 725.000 veicoli elettrici entro il 2030, con una produzione che dovrà aumentare a 2.5 milioni di veicoli entro il 2040.