Roma, 20 settembre 2024 – Sempre più alta l’attenzione verso il tema delle auto elettriche al centro di una importante crisi di mercato che, non da sola, sta portando a quello che non era mai successo: licenziare operai alla Volkswagen. E il dubbio è se si tratti di una “crisi di crescita”, dunque superabile, o se al mercato proprio inizi a non gradire questo tipo di alimentazione.
Le definizioni
Partiamo dalle definizione delle sigle in cui ci imbattiamo spesso. Con l’acronimo BEV (Battery Electric Vehicle) si intendono le auto a trazione unicamente elettrica; l’acronimo PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) indica invece i veicoli ibridi plug-in e a racchiudere entrambi i comparti, c’è l’acronimo ECV (Electric Chargeable Vehicle) che quindi identifica tutte le auto “con la spina” per la ricarica. Non vengono invece inclusi nel comparto dei veicoli elettrici i mezzi HEV (Hybrid Electric Vehicle), dove la componente delle batterie è soltanto di aiuto al funzionamento del motore termico alimentato con i combustibili fossili. La quota del comparto HEV nel mercato europeo è largamente superiore a quella detenuta dal comparto ECV.
I dati del mercato dell’elettrico a maggio
L’ultima indagine UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) sull’andamento del mercato auto europeo nel mese di maggio 2024 attribuisce all’Italia una quota di mercato per gli ECV pari al 6,9%, con un aumento superiore al punto percentuale rispetto al 5,6% di aprile. Scomponendo il dato, il 3,6% è dovuto all’immatricolazione di BEV ed il restante 3,3% attribuito ai PHEV. Il confronto con gli altri quattro grandi mercati automobilistici europei è però negativo visto che nel Regno Unito gli ECV sono al 25,6% (BEV 17,6% e PHEV 8,0%), in Francia ECV al 24,1% (BEV 16,9% e PHEV 7,2%), in Germania ECV al 18,5% (BEV 12,6% e PHEV 5,9%), in Spagna ECV al 9,6% (BEV 4,6% e PHEV 5,0%) e l’Italia chiude con gli EVC al 6,9% (BEV 3,6% e PHEV 3,3%).
Il crollo di agosto
Secondo i dati condivisi da ACEA (European Automobile Manufacturers' Association), nello scorso di agosto nell’Unione Europea sono state immatricolate 643.637 nuove auto contro le 787.812 dello stesso mese dello scorso anno (- 18,3%, con la Germania a -27,8%) e Italia a -13,4%. Andando a vedere più da vicino i dati sulle immatricolazioni del mese di agosto, le auto elettriche hanno rappresentato il 14,4% del mercato automobilistico dell'Ue, in calo rispetto al 21% dell'anno precedente. Ad agosto 2024 nella Ue le immatricolazioni di auto elettriche sono diminuite del 43,9% a 92.627 unità (rispetto alle 165.204 dello stesso periodo dell'anno scorso). Questo importante calo è dovuto principalmente al crollo delle immatricolazioni nei due maggiori mercati per le auto BEV: Germania (-68,8%) e Francia (-33,1%). Le immatricolazioni di auto ibride Plug-in hanno registrato un calo del 22,3% ad agosto, con flessioni registrate in tutti i loro principali mercati. Le PHEV hanno rappresentato il 7,1% del mercato automobilistico UE lo scorso mese, in calo rispetto al 7,4% dell'anno scorso, con 45.590 unità vendute.
L’elettrico non decolla
Appare chiaro che in Italia la mobilità elettrica fatica a decollare nonostante i carburanti fossili diventino sempre più costosi e i loro prezzi sempre più imprevedibili. Nel 2024 le vendite di auto elettriche in tutto il mondo aumenteranno del 18,5% raggiungendo una quota di mercato globale del 22%, ogni cinque auto vendute nel 2024 una sarà elettrica e il 60% circa delle vendite globali sarà concentrato in un solo Paese, la Cina. In Italia siamo lontani anni luce.
Prezzi ancora troppo alti
Il prodotto auto elettrica resta di fatto elitario e non di massa frenato dal prezzo che oscilla tra il 40 e il 50% in più rispetto ai veicoli tradizionali. Si stima che il mercato accetti un sovraprezzo del 10% (la quota di acquirenti crescerebbe del 40-50%). E se tra termico ed elettrico non ci fosse differenza i consumatori arriverebbero al 65% di consumatori. In Cina le auto elettriche costano meno delle termiche. Ma il prezzo non è l’unico nodo visto che i veicoli a batteria dopo 3 anni valgono il 50% in meno e che la rete di ricarica delle colonnine è inadeguata. Da qui la cosiddetta ansia da ricarica, soprattutto per gli usi fuori città e i chilometraggi elevati e poi l’alto costo specie alle colonnine. La Dacia Spring ha il prezzo di listino più basso (18.900 euro) ma si va fino ai 160mila euro di Audi e-tron GT RS.
Solo gli incentivi spingono il mercato
I nuovi incentivi 2024 hanno danno il boost all'auto elettrica italiana, che a giugno conquista l'8,3% del mercato e cresce di 4,7 e 3,9 punti percentuali nel confronto con – rispettivamente – maggio scorso e lo stesso mese dell'anno passato. Resta però l'incognita sul prossimo futuro, considerato l'esaurimento in sole 9 ore dei fondi Ecobonus destinati all'acquisto dei veicoli nella fascia d'emissioni 0-20 g/km di CO2.
La rete di ricarica non sufficiente
In Italia, al 31 marzo 2024, abbiamo toccato quota 54.164 punti di ricarica per auto elettriche. Lo riporta Motus-E, associazione che monitora costantemente la situazione delle installazioni e che pubblica periodicamente i risultati delle proprie osservazioni. Riguardo alle potenze, l’83% delle colonnine funziona in corrente alternata (AC, fino a 49 kW), mentre il restante 17% è in corrente continua (DC, da 50 kW in su). Più precisamente, sono 45.126 i punti di ricarica in AC e 9.038 quelli in DC, di cui 6.017 con potenze da 50-149 kW e 3.021 con potenza uguale o superiore ai 150 kW. Con 144mila punti di ricarica, i Paesi Bassi guidano la classifica anche sotto il profilo dei numeri assoluti. Seguono Germania e Francia rispettivamente con 120 e 119mila.
I timori sull’elettrico
Concettualmente le auto elettriche sono un’ottima idea: non hanno la complessità di un motore termico, hanno meno parti funzionanti e non emettono gas inquinanti. Questa è la teoria. Ma proprio come le auto con motori tradizionali, anche le elettriche hanno degli svantaggi. L’autonomia rimane uno dei principali problemi delle auto elettriche (tra i 570 e i 400 km), poi le colonnine e il tempo di ricarica - 8 ore per ricaricare completamente a casa con una potenza media di 3 kW; 2 ore per ricaricare completamente in stazioni di ricarica più veloci (con potenza compresa tra 7,4 e 22 kW); 30 minuti per ricaricare completamente presso le stazioni di ricarica con potenza compresa tra 43 kW e 50 kW. Non ultimo poi l’impatto ambientale dell’energia prodotta e soprattutto delle batterie, il pericolo e la gestione degli incendi, il prezzo che resta decisamente superiore all’auto tradizionale, la forte svalutazione dell’usato.
Il futuro sarà elettrico
Nel rapporto sulla mobilità elettrica e relativi scenari futuri elaborato dal Politecnico di Milano, si delinea la previsione del mercato italiano al 2030. Entro il decennio in corso una macchina su sette sarà elettrica. E per allora le nuove immatricolazioni di auto elettriche saranno in percentuale oltre la metà del totale (55%).
La guerra dei dazi
Dal 27 settembre, tutte le auto elettriche made in China che valicheranno i confini americani pagheranno un dazio del 100%. Da parte sua, l’Unione Europea ha dichiarato che imporrà tariffe, dal 26% fino al 48%, a seconda dei marchi, sui veicoli elettrici importati dalla Cina. Ma è stato rinviato il voto finale dei Paesi Ue, in programma il 25 settembre, per confermare l'introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina nel tentativo di scongiurare un'escalation commerciale tra l'Ue e la Cina.