Neanche il tempo per fare i conti in busta paga del nuovo taglio del cuneo fiscale deciso dal Governo il Primo maggio, che già bisogna rimettere mano ai bilanci delle famiglie e rivedere i numeri alla luce dei nuovi dati dell’inflazione.
Ad aprile, l’indice dei prezzi al consumo nell’eurozona è tornato a crescere, attestandosi sul 7%, appena un decimale in più rispetto a marzo, ma è anche il ritorno a una soglia psicologica che si pensava di aver archiviato. In Italia il balzo è stato ancora più accentuato: dal 7,6% di marzo, all’8,3% di aprile. Per il Codacons il nuovo aumento significa per ogni famiglia una spesa maggiore di 2.428 euro all’anno, che sale a +3.144 euro per un nucleo con due figli. In sostanza, più del doppio di quanto il governo ha deciso di mettere in campo con il decreto del primo maggio.
Gli aumenti da luglio
Ma di quanto aumenteranno gli stipendi a partire da luglio? La riduzione degli oneri contributivi sarà pari a 4 punti per i redditi fino a 35mila euro, di 6 punti fra 25 e 35mila euro e di 7 punti fino a 25mila euro. Tradotto in soldoni, l’aumento in busta paga potrà arrivare a sfiorare i 100 euro netti al mese.
Le simulazioni
- Prendiamo il caso, ad esempio, di uno stipendio di 10mila euro lordi all’anno (circa 780 euro netti al mese). Da inizio anno ha già avuto un taglio degli oneri contributivi di 3 punti, per un guadagno di 19 euro netti al mese. Ora, con il nuovo "sconto", arrivano altri 25 euro in busta paga per un totale di 45 euro in più, per un totale annuo di 540 euro.
- Per una retribuzione di 15mila euro, il guadagno sarà invece di 67 euro, praticamente il doppio rispetto all’aumento percepito da gennaio.
- Mentre, per uno stipendio di 20mila euro, l’incremento netto in busta paga sarà di 77 euro che salgono quasi a 100 euro (96 euro per l’esattezza) per chi ha una retribuzione annua di 25mila euro.
Gli stipendi più alti
Aumentano gli stipendi anche nella fascia di reddito più alta, dai 25 ai 35mila euro, per i quali fino ad oggi era stato previsto solo una riduzione degli oneri del 2%.
- Per chi ha una retribuzione di 30mila euro lordi, ad esempio, ci sarà un incremento netto in busta paga di 91,5 euro che sale fino a quota 98,5 per i lavoratori con stipendi lordi annui di 35mila euro.
- Oltre questa soglia, almeno per ora, non ci saranno riduzioni degli oneri contributivi. È da ricordare che questi aumenti non avranno effetti sul calcolo della pensione, perché la quota di oneri previdenziali che viene a mancare sarà coperta direttamente dallo Stato con un versamento nelle casse dell’Inps.