Milano, 20 Giugno 2023 – La politica monetaria restrittiva avviata dalla BCE un anno fa si stanno manifestando ad esempio con la recessione nell’area dell’euro e la riduzione della produzione industriale in Italia. Gli effetti possono cogliersi anche nelle principali grandezze del mercato bancario in Italia, a cominciare dai forti incrementi dei tassi sui depositi che si stanno evidenziando. La fotografia è stata scattata dall'ABI Associazione Bancaria Italiana che ha diffuso il Rapporto Mensile aggiornato a giugno 2023.
Tassi di interesse sulla raccolta
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a maggio 2023 è in aumento al 3,21% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima dell’inizio dei rialzi dei tassi d’interesse ufficiali), con un incremento di 292 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso a maggio 2023 è in aumento al 4,44% dall’1,31% di giugno 2022, con un incremento di 313 punti base. A maggio 2023, il tasso praticato mediamente sul totale dei depositi in essere (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è 0,68% (0,32% a giugno 2022). Il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è 0,32% (0,02% un anno prima), tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.
Tassi di interesse sui prestiti
I tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche: a maggio 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,24% (2,05% a giugno 2022, con un incremento di 219 punti base, era il 5,72% a fine 2007); a maggio 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 4,90% (1,44% a giugno 2022, con un incremento di 346 punti base, era il 5,48% a fine 2007); a maggio 2023 il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,12% (2,21% a giugno 2022, con un incremento di 191 punti base, era il 6,18% a fine 2007.
Margine tra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta
Il margine (spread) sulle nuove operazioni (calcolato come differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie, a maggio 2023, risulta 155 punti base (di poco superiore ai 142 punti di giugno 2022, prima del rialzo dei tassi di interesse ufficiali). Il margine (spread) fra il tasso medio sul totale dei prestiti e quello medio sul totale della raccolta a famiglie e società non finanziarie, cioè che considera anche le operazioni di finanziamento e raccolta del risparmio effettuate prima del rialzo dei tassi della BCE, a maggio 2023 risulta 325 punti base (inferiore ai 335 punti base prima della crisi finanziaria, a fine 2007).
Dinamica della raccolta da clientela
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente dalla clientela), rileva un incremento di oltre 190 miliardi tra aprile 2022 e aprile 2023, di cui 107,3 miliardi riconducibili alle famiglie, 28,8 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). In Italia, a maggio 2023, la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+11,9%). I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi sempre a maggio 2023 del 3,7% rispetto a un anno prima. La dinamica della raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata a maggio 2023 in calo del 2,2% su base annua.
Dinamica dei prestiti bancari e investimenti in titoli di stato
A maggio 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,1% rispetto a un anno prima (crescevano del 3,2% a giugno 2022), mentre ad aprile 2023 avevano registrato un calo dello 0,3%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti dell’1,9% e quelli alle famiglie erano cresciuti dell’1,4% (cfr. Tabella 4). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Con riferimento agli investimenti in titoli, ad aprile le banche operanti in Italia detenevano titoli di stato italiani per 388,4 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 372,8 miliardi detenuti a fine 2022.
Qualità del credito
14.Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad aprile 2023 sono state 15,2 miliardi di euro, in aumento di circa 1 miliardo rispetto a dicembre 2022, e in aumento di circa 70 milioni rispetto a marzo 2023. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi) il calo è di 73,6 miliardi.Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è in aumento allo 0,89% ad aprile 2023 rispetto allo 0,81% di dicembre 2022; era al 4,89% a novembre 2015.