Roma, 29 ottobre 2024 – La crisi del mercato auto che sta travolgendo il gruppo Volkswagen continua ad aprire ferite. Audi, marchio che fa parte del colosso tedesco, avrebbe annunciato oggi la chiusura definitiva della sua fabbrica di auto elettriche a Bruxelles, in Belgio, attiva nella produzione dei suv Q8 e-tron.
Per motivare questa mossa drastica, i dirigenti hanno affermato che la fabbrica ha costi logistici molto elevati perché nelle vicinanze si trovano pochi fornitori. Secondo l’azienda, la posizione dello stabilimento tra una zona residenziale, la ferrovia e l'autostrada ne rende difficile l'espansione. La società ha rifiutato la possibilità di avviare la produzione di un nuovo modello di veicolo a Bruxelles. Nel frattempo, filtra che Audi sarebbe attualmente in contatto con un potenziale investitore interessato a rilevare l’impianto.
La notizia della chiusura giunge come un fulmine a cielo, però, tutt’altro che sereno. Già alcuni mesi fa Audi aveva annunciato l'intenzione di far saltare oltre 2500 posti, minacciando di chiudere i battenti in Belgio a causa delle "difficili condizioni economiche". Da mesi sono in corso contatti con i comitati aziendali per studiare una strategia di uscita, così come previsto dalla legge belga. La chiusura di Bruxelles si inserisce in un contesto assai difficile per il gruppo Volkswagen. Di pochi giorni fa l’allarme lanciato dal Comitato aziendale della società madre che rivelava come il principale gruppo automobilistico europeo volesse chiudere tre stabilimenti in Germania, tagliando migliaia di posti di lavoro.
L’annuncio di Audi
La decisione di chiudere lo stabilimento della capitale belga sarebbe stata annunciata nel corso di un comitato aziendale straordinario in cui la direzione ha anche spiegato la volontà di sospendere la produzione dei modelli Audi Q8 e-tron dal prossimo 28 febbraio.
Secondo il quotidiano "L'Echo", non ci saranno licenziamenti prima di questa data e dopo le vacanze di Natale tutti i reparti riprenderanno a lavorare su due turni.
Il possibile investitore
Voci e speculazioni si susseguono sul possibile investitore intenzionato a rilevare l’impianto di Bruxelles. Secondo "Le Soir" e la radiotelevisione Rtl si tratta di una società che opera nel settore dei veicoli aziendali. "L'Echo" riferisce invece che fonti sindacali assicurano che si tratta di un produttore di trattori mentre la direzione indica che è un produttore di camion e autobus. L’azienda finora aveva già parlato con più di 20 potenziali investitori dell'industria automobilistica, senza alcuna prospettiva di un progetto fattibile per il sito e per i dipendenti che vi lavorano.
Certezze, pare di capire, al momento non ce ne sono. La questione sarà discussa approfonditamente nel prossimo consiglio aziendale. "Per il prossimo anno sono previste 6 mila vetture, quindi potremo lavorare fino alla fine di aprile. Produrre 6 mila vetture in otto settimane sarà impossibile", ha dichiarato Franky De Schrijver, delegato del sindacato della Federazione Generale dei Lavoratori del Belgio (Fgtb). Le previsioni di Audi stimavano un calo dei volumi delle e-tron Q8 del 60% nel 2024 e del 70% nel 2025, sempre secondo i sindacati.
Germania, governo diviso
Mentre un simbolo della locomotiva tedesca come Volkswagen affronta una crisi forse senza precedenti, il governo della Germania si divide su come affrontare questa delicata contingenza economica. Oggi a Berlino due vertici hanno mostrato in modo evidente le diverse anime dell'esecutivo: quello convocato dal cancelliere Olaf Scholz, che ha chiamato a raccolta i leader della grande industria pe un incontro in agenda nel pomeriggio in cancelleria, e un vero e proprio "controvertice" tenuto in mattinata per volere del ministro delle Finanze Christian Lindner, offeso fra l'altro di non essere stato neppure invitato dal capo del governo.
"La discussione economico-politica è dove deve stare: molto in alto nell'agenda del giorno. Vediamo con preoccupazione gli sviluppi dell'economia in Germania", ha detto Lindner incontrando la stampa subito dopo il suo vertice economico. "Sarebbe bene che il governo avesse una linea unica", ha aggiunto il ministro liberale. Ma ci saranno ancora occasioni per mettere sul tavolo "impressioni e proposte" di ciascuno, ha anche sottolineato Lindner a proposito della difficile cooperazione fra Scholz e i ministri delle Finanze e dell'Economia in un governo che sembra alle battute finali prima del tempo.
Davanti alle difficoltà dell'economia tedesca anche il vicecancelliere verde Robert Habeck ha lanciato una propria iniziativa isolata, proponendo un fondo di investimenti per sostenere l'industria nazionale.