Mercoledì 26 Marzo 2025
GIACOMO LIPPI
Economia

Il nodo delle assicurazioni contro le catastrofi: come si può colmare il divario di protezione globale

Secondo un'indagine portata avanti da 'Economist Impact' e SAS, il divario in questione ha superato globalmente i 1.800 miliardi di dollari di perdite economiche. Le organizzazioni prese in considerazione provano a dare alcuni suggerimenti preziosi per contrastare il problema

Il day after della tempesta a Canberra, in Australia (Ansa)

Il day after della tempesta a Canberra, in Australia (Ansa)

Roma, 25 marzo 2025 - Secondo una ricerca portata avanti da 'Economist Impact' insieme a SAS (leader nel settore dei dati e dell'IA), il divario di protezione globale ha raggiunto un valore pari a 1.800 miliardi di dollari. Esso consiste nella differenza tra le perdite assicurate e quelle non assicurate relativamente ai settori vita, salute, catastrofi naturali e colture. Su oltre 500 dirigenti assicurativi presi in analisi, tuttavia, il 79% di essi ritiene che il settore assicurativo abbia "l'obbligo etico" di provare a colmare questo divario, mentre il 76% ritiene che riempirlo sia un'opportunità commerciale 'significativa' e percorribile agilmente attraverso la tecnologia. 

Perché il divario è cresciuto? 

Nel corso del 2024 numerosi disastri ambientali come incendi, inondazioni, tempeste e terremoti catastrofici hanno causato ben 368 miliardi di dollari di perdite economiche globali: il 60% degli attori interessati dalla crisi non risultava assicurato. Relativamente al settore danni e infortuni è necessario spiegare come questo fenomeno delle perdite sia connesso principalmente alle comunità più vulnerabili, che si trovano solitamente situate in mercati ad alto rischio dove gli effetti dei cambiamenti climatici rendono quasi impossibile acquistare un'assicurazione. Pertanto, migliorare l'accesso e le coperture economiche ai mercati più "deboli" diverrà obbligatorio per gli assicuratori del ramo sanità e vita per adattarsi maggiormente ai rischi climatici. "In qualità di primi soccorritori finanziari - ha sottolineato Sean Kevelighan, CEO dell'Insurance Information Institute -, i leader del settore assicurativo sono consapevoli che passare dall'individuazione e riparazione dei danni, dopo una catastrofe, alla previsione e prevenzione è fondamentale per affrontare i crescenti rischi climatici e le sfide legate all'accessibilità assicurativa. Inoltre, trovare il modo di incentivare questo cambiamento di comportamento e di mentalità tra i nostri clienti e le nostre comunità ridurrà i livelli di rischio e il divario di protezione".

Quali sono i principali ostacoli?

Sono presenti, tuttavia, diverse barriere interne ed esterne che limitano fortemente i dirigenti del settori assicurativo a trarre vantaggio dalle tendenze del loro settore. La maggior parte dei leader del settore 'insurance' (75%) vedono la difficoltà nel comprendere l'ambiente esterno e la scarsa conoscenza delle esigenze dei clienti (76%), oltre che alla poca capacità di innovare (74%), come gli ostacoli principali per farsi strada nel proprio settore. "Il 77% - dichiara Franklin Manchester, Principal Global Insurance Advisor di SAS - identifica la mancanza di fiducia nel settore come un ostacolo significativo per colmare il divario di protezione, e non c'è da stupirsi del perché. Con il ritiro dei vettori dalle aree a rischio catastrofe e la scoperta di violazioni della privacy, gli assicuratori devono agire con decisione per riconquistare la fiducia dei consumatori e delle autorità di regolamentazione".

Qual è la strada giusta da seguire?

Per permettere alle loro organizzazioni di colmare al meglio il divario di protezione globale, i leader assicurativi hanno individuato quattro possibili soluzioni che coinvolgono la tecnologia. La prima è quella di utilizzare le tecnologie per rendere i prodotti assicurativi più accessibili, un rimedio utilizzato attualmente dal 40% delle organizzazioni intervistate nel corso dell'indagine. Un'altra soluzione sarebbe quella di sviluppare prodotti assicurativi innovativi come la parametrica o la micro-assicurazione, impiegate attualmente presso il 40% delle organizzazioni coinvolte. Le due restanti alternative, infine, riguardano l'impegno con le autorità di regolamentazione attraverso le organizzazioni assicurative (nelle quali è attualmente impegnato il 28% delle organizzazioni intervistate) e lo sfruttamento dei dati per valutare nel migliore dei modi i rischi e progettare i prodotti (nel quale sta lavorando il 32% delle organizzazioni).

"Il futuro appartiene a coloro che sfruttano l'innovazione per rendere le assicurazioni non solo più accessibili, ma anche più eque - afferma il CEO e cofondatrice di Alchemy Crew Sabine VanderLinden -. Il settore deve certamente coprire i rischi. Ma deve anche responsabilizzare le comunità, creare fiducia e colmare il divario per un domani più sicuro".