Parte la corsa al rinnovo dell’Isee per 5 milioni 330mila famiglie che ricevono l’assegno unico. Anche se il Governo ha annunciato di voler intervenire, gli importi spettanti per ciascun figlio saranno modulati in base all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare anche nel 2023.
Assegno unico maggiorato
Non solo. Come previsto dalla legge di Bilancio, da marzo 2023 l’Inps erogherà l’assegno unico maggiorato. Una boccata d’ossigeno per molte famiglie alle prese con i rincari energetici e del carrello della spesa.
La brutta sorpresa
Tuttavia, tra le modifiche apportate dalla manovra si nasconde una brutta sorpresa: da quest’anno l’assegno unico genererà reddito. In altre parole, diversamente dal passato, concorrerà a determinare la base imponibile, aumentando il peso delle tasse.
Pasticcio Irpef: più tasse
Già perché l’assegno unico ha sostituito non solo i vecchi assegni familiari ma anche diversi tipi di detrazioni, come quella per figli a carico. Pertanto, soggetti che negli anni passati, grazie alle detrazioni, risultavano come incapienti (ovvero non pagavano tasse), si potrebbero trovare nella spiacevole situazione di dover pagare la addizionali regionali e comunali Irpef a fronte, però, di un reddito che non è aumentato rispetto all’anno precedente. Insomma, un piccolo pasticcio.
Le novità dell'Assegno unico 2023
Tornando alle novità introdotte con la manovra, la più importante è sicuramente quella relativa alla maggiorazione degli importi. Gli aumenti decorreranno a partire da febbraio e riguarderanno le famiglie con quattro o più figli a carico, con un incremento del 50%, quelle con almeno tre figli di età compresa tra uno e 3 anni e con un Isee non superiore ai 40mila euro (aumento del 50% per ciascun figlio) e quelle con figli di età inferiore a un anno (sempre +50%).
Il rinnovo automatico
Un'altra novità riguarda il rinnovo automatico della misura: per le famiglie che hanno ricevuto l’incentivo anche nel 2022 non sarà necessario presentare una nuova domanda a patto che i requisiti necessari per accedervi non siano modificati nel corso dell’anno (ovvero il numero di figli a carico e la loro età). Attenzione, però: per ottenere gli aumenti previsti occorre aggiornare l’Isee nel nucleo familiare. C’è tempo fino al 28 di febbraio per inviare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) all’Inps e ottenere l’aggiornamento dell’indicatore, altrimenti a partire dalla mensilità di marzo verrà erogata solamente la quota minima di 50 euro per ciascun figlio. A quel punto solo chi aggiornerà l’Isee entro il 30 giugno potrà ottenere gli importi arretrati ricalcolati in base al parametro dal mese di marzo: chi lo farà dopo, li riceverà modulati in base all’indicatore solo dal momento di presentazione della Dsu.
I numeri
Su un totale di 8.446.512 figli raggiunti, sono il 18,6% quelli a cui l’assegno unico viene riconosciuto in assenza di un Isee in corso di validità del nucleo familiare di appartenenza (in tutto 1.567.607). A non aver presentato l’Isee l’anno scorso, dunque, sono state numerose famiglie interessate dalla misura, nonostante risulti “superfluo” averlo solo per coloro che superano i 40mila euro: solo oltre questa soglia spetta comunque la quota minima universale. Stupisce ancor di più notare, nonostante i correttivi previsti in questi casi alla scala di equivalenza, che l’Isee non è stato presentato per ben 42.899 figli disabili a cui viene riconosciuta la misura, quindi, in forma minima.