Roma, 7 giugno 2023 – L’assegno unico per i figli a carico diventa più pesante. Anche se non per tutti. Anzi, gli importi saranno diversi da categoria a categoria. Inoltre, ci saranno famiglie che si vedranno accreditare anche le cifre arretrate e altre che vedranno diminuire gli importi perché ha ricevuto qualcosa in più rispetto al previsto. Ma ecco, nel dettaglio, che cosa succederà nelle prossime settimane.
Come cambiano gli assegni
I nuovi importi verranno calcolati dall’Inps sulla base delle norme contenute nella legge di bilancio e della rivalutazione dovuta all’adeguamento al tasso di inflazione. In particolare, la rivalutazione di applica anche alle soglie Isee. Nel 2022 l’importo massimo si otteneva con un reddito di 15mila euro. Nel 2023 il nuovo limite è 16.215 euro. L’importo minimo, invece, scatterà a quota 43.240 euro e non più a 40mila euro.
Come ottenere gli aumenti
Le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda per il contributo e aggiornare l’Isee. Ovviamente l’operazione riguarda i nuclei con reddito difforme rispetto alle informazioni conservate nella banca dati dell’Inps. L’importo è comunque erogato anche se le famiglie avrebbero dovuto correggere la dichiarazione sostitutiva unica ai fini Isee entro la fine dell’anno scorso.
Chi avrà gli aumenti
Gli aumenti dell’assegno unico scatteranno per chi ha aggiornato la dichiarazione sostitutiva. In questo caso ci sarà il conguaglio degli importi rispetto alle mensilità erogate fino ad ora. Chi non ha fatto l’aggiornamento avrà diritto solo alla quota minima e dovrà restituire gli eventuali importi che non gli spettavano.
Chi rischia assegni decurtati
Il ricalcolo effettuato dall’Inps potrebbe penalizzare, ad esempio, le famiglie monogenitoriali. Infatti un nucleo con un solo genitore lavoratore non rientra fra quelli che hanno diritto alla maggiorazione. Nella casistica del ricalcolo rientrano anche gli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza.
Quando si conosceranno i nuovi importi
L’Inps ha fatto sapere che le persone interessate saranno informate dell’aumento per eccesso o difetto “con un sms e un messaggio e-mail e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al contact center oppure alle sedi dell’istituto”.
Quando scatteranno gli aumenti
Gli arretrati potranno essere ottenuti a decorrere da marzo ma verranno riconosciuti solo se la domanda (con l’eventuale dichiarazione sostitutiva ai fini Isee) verrà presentata entro e non oltre il 30 giugno. Per le richieste presentate dal primo luglio in poi l’assegno scatterà dal mese successivo. In ogni caso l’Inps assicurare che provvederà al riconoscimento dell’assegno entro 60 giorni dalla domanda.