Roma, 20 novembre 2023 – Inflazione, povertà, miseria, insicurezza. Queste le sfide che dovrà affrontare il nuovo presidente dell'Argentina, l'ultraliberista di destra Javier Milei, che ha vinto con il 56% il ballottaggio contro il candidato peronista progressista Sergio Massa. “Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E' una notte storica, torniamo ad abbracciare l'idea della libertà", ha detto nel suo primo discorso il nuovo capo dello Stato, che assumerà il mandato il 10 dicembre e si troverà, però, alla guida di un Paese in crisi economica e sociale.
Lo aspetta un compito per niente facile, visto che l'Argentina è oggi un paese con debito fuori controllo, con un'inflazione che, secondo Indec, cioè l'istituto nazionale argentino di statistica, a ottobre è al 142,7% e dove il 40% della popolazione è povero. Le esportazioni sono calate di un quarto ed è crollata la produzione agricola a causa degli effetti devastanti della siccità. Per risollevare l'economia il neopresidente vorrebbe eliminare la moneta corrente, il peso, per sostituirlo con il dollaro e fare una cura a base di privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica.
Perché l'Argentina è sempre in crisi inflattiva
Se oggi l'inflazione in Argentina sfiora il 143%, un anno fa era al 92,4% e negli anni Ottanta è arrivata anche al 4.000%. Il Paese, nel corso della sua storia, ha sperimentato numerose crisi inflattive. I motivi sono da ricercare innanzitutto nella politica monetaria instabile, legata alle decisioni prese dai governi sui tassi di interesse, negli elevati livelli di indebitamento pubblico, che può spingere lo Stato a finanziare le spese stampando denaro e quindi alimentando l'inflazione. Il tasso di cambio della valuta nazionale è inoltre da sempre troppo instabile o soggetto a significative fluttuazioni e ciò contribuisce all'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi importati. Ad aggravare la situazione i problemi strutturali dell’economia del Paese, uno dei principali esportatori mondiali di prodotti agricoli come soia, mais, carne bovina e grano, che però soffre la mancanza di competitività, le inefficienze nel settore pubblico, la corruzione e la rigidità del mercato del lavoro.