Circa mille miliardi di dollari di capitalizzazione, nichelino più nichelino meno, bruciati in dodici mesi esatti. Ossia, precisamente, da quel 3 gennaio del 2022 in cui il market cap di Apple Inc valicò per qualche ora la soglia dei 3mila miliardi di dollari, chiudendo poi la giornata al massimo storico di 2.986 miliardi. Oggi, invece, la mela più famosa del mondo la storia la sta facendo al contrario, con la seduta inaugurale del Nasdaq del nuovo anno che, per la prima volta dal marzo del 2021, ha certificato la discesa del colosso di Cupertino al di sotto dell'asticella simbolica dei 2mila miliardi. E con le azioni della creatura di Jobs e Wozniak precipitate, alla campanella di chiusura di Wall Street del 3 gennaio 2023, ai minimi da 52 settimane a questa parte (130,2 dollari, -3,74%). Sta tutta qui, in un deprezzamento sui mercati che sfiora gli ordini di grandezza di metà del Pil italiano, la misura dell'impronosticabile annus horribilis vissuto da Tim Cook e soci. Schiacciati, nei freddi numeri e nelle opinioni di molti analisti, fra l'onda lunga delle emergenze di ieri e i venti di recessione di domani. Già, perché dietro alla crescente sfiducia dei mercati azionari, da un lato, ci sarebbero gli effetti delle recrudescenze pandemiche cinesi sul venduto globale dell'ultimo trimestre del 2022 e, dall'altro, i timori per le conseguenze dell'attuale spirale di inflazione e rialzo dei tassi sui ricavi di inizio 2023. Con le restrizioni anti-Covid in Cina, peraltro sullo sfondo di una logistica già provata dai rincari di energia e materiali, che vengono indicate come la principale causa dei ritardi nelle spedizioni natalizie di milioni di iPhone 14 Pro (fabbricati in maggioranza proprio in un maxi-stabilimento nella Repubblica Popolare). E con le concrete previsioni di un prossimo drastico calo della domanda di prodotti tecnologici di fascia alta che hanno complicato ulteriormente il quadro, mettendo a serio rischio la resa economica (e quindi il potenziale ritorno per gli investitori) dei continui lanci e aggiornamenti dei gioiellini hi-tech della multinazionale californiana. Nonostante i tanti annunci in tema di nuovi visori 3D e di nuove app per la realtà virtuale o di Apple Watch ed Apple Pencil sempre più performanti, infatti, senza sciogliere i nodi delle catene distributive e della disponibilità di spesa a medio termine degli utenti la ricerca e lo sviluppo non potranno certo tradursi in crescita. E al momento, conviene ribadirlo, le prospettive non paiono rosee su nessuno dei due fronti. Visto il -22% di smartphone spediti a destinazione fra ottobre e dicembre che, stando ai dati dell'analista di supply chain Trendforce, proverebbe l'improvvisa incapacità di Apple di fare fronte agli ordini in portafoglio. E visti i sempre più insistenti rumors, parlando di previsioni di vendita future, sulle istruzioni che Cupertino avrebbe dato a molti fornitori in merito a una diminuzione delle richieste per la produzione di componenti per AirPods, Apple Watch e MacBook.
EconomiaPerché Apple ha perso mille miliardi di dollari in un anno