Sabato 27 Luglio 2024
ELISA SERAFINI
Economia

Apple vuole spostare le fabbriche fuori dalla Cina. Ecco perché

L’azienda starebbe valutando lo spostamento di produzione dei suoi prodotti in India e Thailandia, per ridurre i rischi associati alle tensioni tra Stati Uniti e Cina

La notizia circolava già da qualche mese, ma solo recentemente si è avuta conferma: Apple ha avviato dialoghi con i propri fornitori per spostare una parte della produzione dalla Cina ad altri Paesi dell’Asia, in particolare Thailandia, India e Vietnam.

Il logo di Apple su uno degli store del colosso tecnologico (Ansa)
Il logo di Apple su uno degli store del colosso tecnologico (Ansa)

L’indipendenza produttiva dalla Cina

L’obiettivo sarebbe quello di ridurre la dipendenza dalla Cina, in particolare dal fornitore Foxconn, la multinazionale taiwanese che opera con oltre un milione di dipendenti in Cina. 3 fornitori di lunga data di Apple hanno confermato al magazine economico Nikkei, la volontà dell’azienda di Cupertino: diversificare la produzione in Paesi con un diverso rischio politico e industriale.

Tensioni Usa e Cina

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sarebbero stati gli ultimi di una serie di motivi che avrebbero spinto la società a valutare una parziale emigrazione dal Paese. Apple pagherebbe molto cari eventuali sanzioni o blocchi commerciali tra due paesi. Non solo, lo scorso anno, Apple ha dovuto affrontare la perdita di oltre 6 milioni di iPhone dovuta alle restrizioni da Covid-19 nel Paese e alle limitazioni nella catena della logistica.

Il mercato degli iPhone

Già oggi, il 7% degli iPhone venduti a livello globale, è fabbricato in India, grazie ad un accordo che garantisce ad Apple incentivi fiscali, attraverso l’impiego degli stessi fornitori di cui si avvale la società in Cina. Foxconn, Pegatron e Wistron Corp, tra i maggiori fornitori di Apple. Secondo l’agenzia Reuters, Foxconn, in particolare, sarebbe pronta a investire oltre 200 milioni di dollari in un impianto nel sud dell’India, dove svilupperebbe le cuffie AirPods.

Stabilimenti per prodotti Apple in Thailandia: le opzioni e quelle 15 sedi già presenti 

Anche la Thailandia rientrerebbe nelle mire di diversificazione di Apple. L’azienda contava già nel 2020 su fornitori con 15 stabilimenti nel Paese, in particolare nella zona Est, dove il governo Thailandese ha da tempo promosso delle specifiche politiche di attrazione per le imprese e una zona economica speciale. Tra i fornitori rientrano Murata che opera nella ricerca, produzione e vendita di dispositivi elettronici in ceramica fine e batterie, Nok produttrice di circuiti e guarnizioni, Quanta Computer, il più grande produttore di computer portatili al mondo, e Rohm, società di semiconduttori.

India e Thailandia: i Paesi neutrali 

Sia Thailandia che India possono contare su una situazione politica di potenziale interesse per Apple. Entrambi i Paesi hanno evitato dichiarazioni contro la Russia rispetto alla crisi Ucraina, almeno nella prima fase del conflitto, ponendosi come Paesi neutrali ed entrambi i Paesi mantengono buone relazioni con la Cina. Al tempo stesso, però, si tratta di Paesi “amici”, anche culturalmente, dell’Occidente e degli Stati Uniti. Infine, sia India che Thailandia possono contare su infrastrutture e capitale umano di livello più alto, rispetto ad altri potenziali competitor asiatici. Se la produzione dovesse effettivamente spostarsi, anche solo nell’ordine del 10-20% in Thailandia e India i Paesi, potrebbero avere un beneficio straordinario in termini di crescita economica. Resta il nodo Cina, ma la storia del Paese insegna che la ricerca dell’armonia può passare attraverso accordi e punti di incontro. La Cina difficilmente perderà il suo ruolo nella crescita industriale di Apple.