Mercoledì 13 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Ape sociale, ecco il rilancio nel 2023: chi ne può beneficiare e come fare domanda

Non una vera pensione, ma un sussidio che accompagna il lavoratore fino all’età per la pensione di vecchiaia. Quindi anche una possibilità per lasciare il lavoro in anticipo

Roma, 7 gennaio 2023 - La stretta su Opzione donna e i limiti previsti per Quota 103 rilanciano l’Ape sociale come possibilità più ampia per lasciare il lavoro in anticipo nel 2023. La legge di Bilancio proroga il meccanismo introdotto qualche anno fa per consentire il pensionamento anticipato di lavoratori che abbiano 63 anni di età, 30 o 36 anni di contributi, a seconda dei casi, e che si trovino in una delle condizioni di disagio fissate dalle regole del congegno.

Lavoratore aziendale
Lavoratore aziendale

Leggi anche: Quando pagano le pensioni di gennaio 2023: date e motivi del ritardo

I candidati all’Ape sociale

A poter beneficiare dell’opportunità sono i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, quelli autonomi e anche dagli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, che, nello specifico, si trovino in condizioni di disagio. E, in particolare: a) Lavoratori che svolgono attività 'gravose'. Ovvero lavoratori dipendenti con almeno 63 anni di età e 36 di contribuzione che abbiano svolto una delle attività considerate 'gravose' per almeno sei anni negli ultimi sette oppure per almeno sette anni negli ultimi dieci. Per le lavoratrici è prevista una riduzione dei requisiti contributivi: un anno in meno per ciascun figlio nel limite massimo di 2 anni. E, dunque, si scende a 28 anni di contributi (anziché 30) o a 34 anni (anziché 36). Si tratta delle seguenti professioni: Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate; Tecnici della salute; Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate; Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali; Operatori della cura estetica; Professioni qualificate nei servizi personali e assimilati; Artigiani, operai specializzati, agricoltori; Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali; Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli; Conduttori di forni e altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati; Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta; Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica; Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque; Conduttori di mulini e impastatrici; Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali; Operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio; Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare. Per gli operai edili, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta il requisito contributivo è ridotto a 32 anni. b) Invalidi civili. Si tratta di lavoratori con almeno 63 anni di età e 30 anni di contribuzione che siano stati riconosciuti invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento. c) Caregiver. Sono i lavoratori con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap, o anche un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti. d) Disoccupati. Si tratta dei lavoratori con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi che si trovino disoccupati e abbiano integralmente esaurito la Naspi.

Leggi anche: Scadenze fiscali gennaio 2023: dal bollo auto ai contributi colf. Ecco cosa c'è da pagare

La doppia domanda

Per conquistare l’Ape sociale, è indispensabile una doppia domanda: la prima serve per il riconoscimento del diritto da parte dell’Inps, dopo la verifica delle condizioni richieste. Questa domanda va presentata entro il 31 marzo; entro il 15 luglio ed entro il 30 novembre, a seconda del trimestre di maturazione dei requisiti. La seconda domanda occorre, invece, per la concreta liquidazione della prestazione, che scatta dal mese successivo.

L’importo dell’assegno

L’Ape sociale non è una vera pensione, ma un sussidio che accompagna il lavoratore fino all’età per la pensione di vecchiaia, pari all’ammontare dell’assegno previdenziale calcolato al momento dell’uscita dal lavoro. L’importo non può superare i 1.500 euro lordi mensili. All’età della pensione di vecchiaia si trasforma in trattamento pensionistico completo.