Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Perché la Sant'Anna ha fermato la produzione di acqua frizzante

Anidride carbonica introvabile, l'ad dell'azienda di Vinadio, Alberto Bertone: "Siamo disperati, stop alla produzione di acqua gasata"

Lavoratori in un'azienda di imbottigliamento (Ansa)

Roma, 7 luglio 2022 - Nella crisi delle materie prime piomba improvvisamente l'anidride carbonica. E l'acqua gasata presto potrebbe divenire merce rara, o per lo meno subire rincari significativi. "La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nelle stessa situazione. Siamo disperati". Con queste dichiarazioni Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant'Anna, annunciava ieri di aver fermato le linee di produzione dei prodotti gasati ("il 30% della nostra produzione").

Una presa di posizione netta e forte da parte dell'azienda di Vinadio (Cuneo), considerato il più grosso produttore europeo di acque oligominerali con un miliardo e mezzo di bottiglie all'anno. "È un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti", aggiungeva Bertone.

Cosa sta succedendo sul mercato? Perché l'anidride carbonica è introvabile? Il presidente e ad di Acqua Sant'Anna fornisce la sua versione: "Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità", dice. 

La crisi della Co2 non è una novità sul mercato dell'acqua gassata. "La difficoltà a trovare l'anidride carbonica per prodotti alimentari si era già presentata alla fine dell'anno scorso - ricorda Bertone -, soprattutto nel Regno Unito, ma eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei". In settembre la Gran Bretagna fu scossa dallo stop alla produzione negli stabilimenti di CF Fertilizers a Teesside e Ince. Solo l'intervento del governo, con aiuti finanziari, aveva salvato la società con sede negli Stati Uniti. La produzione era quindi ripartita a Teesside, mentre l'impianto di Ince era rimasto chiuso. Si era così scongiurata una possibile crisi alimentare che avrebbe potuto coinvolgere anche la birra, generando il panico tra i britannici. 

Il nodo Co2 attanaglia ora l'Italia, con l'annuncio della Sant'Anna a scuotere il mercato: "Saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima ma non c'è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori". Che prediligerebbero quindi concentrarsi sul settore sanitario. "Così l'acqua gasata rischia di finire - l'allarme di Bertone -: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita". L'Italia è un dei primi paesi al mondo in quanto a consumo di acqua gasata.  Acqua Sant'Anna riferisce di aver recuperato "un piccolo carico che ci arriverà dall'Olanda, ma ci servirà per qualche giorno, forse soltanto uno". Per Bertone con la situazione attuale "sembra di essere in pieno dopoguerra". 

Il settore delle aziende imbottigliatrici vive un momento particolarmente critico. Già gravato dalla siccità, ora deve affrontare anche la crisi della Co2. Che interessa anche le aziende dolciarie, legati all'anidride carbonica su una serie di linee di produzione. 

Un aiuto dagli allevamenti?

Nel dibattito sulla carenza di anidride carbonica si inserisce la Coldiretti Torino che, rispondendo a Bertone, suggerisce di fare ricorso agli allevamenti animali. "Possono dare una grossa mano per tamponare la carenza di anidride carbonica lamentata dall'industria alimentare e dal settore delle bevande gassate in particolare", spiegano gli agricoltori piemontesi. "Se gli allevamenti conferiscono gli effluvi animali a un impianto per la produzione di biometano liquido, l'anidride carbonica viene liquefatta pura al 100% e diventa utilizzabile per il mercato delle bollicine e della conservazione dei cibi sottovuoto", aggiungono.

 "Con la diffusione di biodigestori di nuova generazione - osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - gli allevamenti da 'problema ambientale' diventano addirittura risorsa energetica e industriale. Un settore importantissimo su cui occorre indirizzare risorse del Pnrr e che toglie argomenti a chi, strumentalmente, accusa l'agricoltura di inquinare l'aria più del settore dei trasporti e dell'industria".