Martedì 2 Luglio 2024

Allarme imprese: salgono i crediti deteriorati

Il tasso di deterioramento del credito delle imprese in Italia aumenta nel 2024, ma si prevede un lieve calo nei prossimi anni grazie alla crescita economica e ai minori tassi di interesse. La situazione rimane complessa a causa delle tensioni geopolitiche e delle condizioni finanziarie restrittive.

Allarme imprese: salgono i crediti deteriorati

Allarme imprese: salgono i crediti deteriorati

In un contesto economico ancora debole e per l’elevata incertezza geopolitica, sale il tasso di deterioramento del credito delle imprese che, secondo le stime di Abi e Cerved, nel 2024 si assesterà al 3,5% dal 2,4% del 2023. Un picco che dovrebbe rallentare già nel 2025, con un lieve calo al 3,2% - quando, si prevede, le imprese potranno contare su un maggior tono della crescita economica e su un minor livello dei tassi di interesse - e ancora nel 2026 al 2,7%. Secondo l’outlook Abi-Cerved, il clima sfidante in cui si trovano a operare le imprese è testimoniato dall’aumento, seppur ancora limitato, dei tassi di deterioramento delle società non finanziarie riportato da Banca d’Italia, che mostra un valore pari al 2,43% nel complesso del 2023 (in aumento dal 2,18% dell’anno precedente). Il 2023 presenta inoltre una dinamica in crescita lieve ma costante anche per il comparto delle famiglie.

"Le nostre stime sull’evoluzione dei crediti deteriorati restituiscono un quadro ancora complesso per le imprese italiane, alle prese con tensioni geopolitiche e condizioni finanziarie restrittive", spiega Carlo Purassanta, presidente esecutivo di Cerved: "Il livello atteso per quest’anno resterebbe comunque lontano dai livelli record raggiunti in passato, a testimonianza di una migliore redditività e posizione patrimoniale delle imprese italiane nell’ultimo decennio".

Per il vicedirettore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, "in uno scenario macroeconomico che resta sfidante, il livello del rischio di credito per il mondo bancario italiano risulterà, nel prossimo futuro, fisiologicamente superiore a quanto sperimentato nell’ultimo biennio", anche se l’aumento "risulterà contenuto nel confronto storico".

Alberto Levi