Roma, 21 novembre 2024 – L’obiettivo è di tagliare le tasse sul ceto medio. Un cavallo di battaglia di tutti i partiti di centrodestra. Che si scontra, però, con l’esiguità delle risorse messe a disposizione dalla manovra economica. Tanto che non si esclude un decreto legge ad hoc, a gennaio, per rimodulare ulteriormente le aliquote dell’Irpef. Due le ipotesi sul tappeto. Riduzione dell’aliquota intermedia del 35 al 33% e l’estensione del taglio ai redditi fino a 60mila euro.
I vantaggi
L’anno scorso, il taglio dell’Irpef da 4 a 3 aliquote ha portato un beneficio massimo annuo di 260 euro per i redditi fino a 50mila euro. Oltre questa soglia gli sconti Irpef sono stati sterilizzati. Ora i vantaggi potrebbero essere estesi. Ma, prima di tutto, occorre che il governo, spiega Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, “confermi l’intervento dello scorso anno considerato che non si è trattata di una modifica strutturale ma esclusivamente per l’anno 2024 e quindi da finanziare nuovamente”.
Chi guadagna di più con la prima ipotesi
Nella prima ipotesi, che prevede la semplice rimodulazione dell’Irpef, il vantaggio sarebbe di 40 euro in più all’anno per i redditi fino a 35mila euro, per uno sconto complessivo di 300 euro. Ma i guadagni salirebbero con il crescere del reddito. Infatti, per chi guadagna 45mila euro, ci sarebbe nel 2025 un ulteriore risparmio fiscale massimo di 340 euro annuo da sommare a quello già ottenuto per l’anno 2024 di 260 euro per un totale di 600 euro rispetto al 2023. Per un reddito di 65mila euro, invece, il risparmio fiscale massimo sarebbe di 440 euro.
Quanto si guadagna con la seconda ipotesi
In questo caso i vantaggi maggiori si avrebbero per la fascia di reddito più alta, oltre i 65mila euro, con un risparmio massimo di Irpef che può arrivare a 1440 euro all’anno. Per le altre due fasce di reddito, 30mila e 45 mila, sarebbero confermati i guadagni previsti con la prima ipotesi, senza l’ampliamento dello scaglione.
“Lo scoglio più grande rimane quello delle coperture. Per ampliare la fascia di reddito a 60mila euro servirebbero addirittura 4 miliardi di risorse. Ecco perché sono stati riaperti i termini del Concordato Preventivo Biennale dal 31 ottobre al prossimo 12 dicembre – spiega Marco Cuchel –. Sicuramente l’auspicio è che le risorse per l’ulteriore revisione in materia Irpef vengano reperite per ridurre l’imposizione fiscale al ceto medio del Paese, sempre che il conseguente risparmio fiscale non venga però vanificato dal taglio delle deduzioni e detrazioni annunciato dal Governo”.