Sabato 21 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Al via il carrello tricolore. Urso: "È già un successo. Con i prezzi sotto controllo aiuterà i redditi più bassi"

Il ministro delle Imprese: in undici mesi di governo l’inflazione è dimezzata "Ora dobbiamo rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e le modifiche Irpef. Chi evoca l’esecutivo tecnico sappia che dopo Meloni ci sono solo le elezioni".

Al via il carrello tricolore. Urso: "È già un successo. Con i prezzi sotto controllo aiuterà i redditi più bassi"

È partita l’operazione "carrello tricolore" per il trimestre anti-inflazione: cosa prevede?

"Con l’impegno di tutte le componenti, produttori, trasformatori ed esercenti, possiamo dimostrare che l’Italia è una comunità – avvisa Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy – che, come ha detto il presidente Meloni a Palazzo Chigi al momento della firma, “sa prendersi per mano nel momento del bisogno“. L’affidabilità di una Nazione passa anche dalla sua coesione sociale".

Come vanno le adesioni?

"In pochi giorni siamo già a oltre 23.000 punti vendita, in gran parte supermercati, che ogni giorno si accrescono di esercenti, commercianti, farmacisti, con l’adesione dei marchi leader del Made in Italy: un successo che nessuno si aspettava a dimostrazione che sbagliava chi aveva l’obiettivo di rottamare i corpi sociali e la loro rappresentanza. Noi conosciamo la realtà del nostro Paese e del suo sistema produttivo e abbiamo fatto leva sui suoi punti di forza".

Quali risultati vi aspettate?

"Il contenimento dei prezzi, soprattutto del “carrello della spesa“, tanto più importante in vista del Natale. Undici mesi fa, quando è nato il governo, l’inflazione era all’11,8%, superiore alla media europea, ben più alta di Francia, Germania e Spagna. Oggi è più che dimezzata: siamo al 5,3% e dobbiamo portarla stabilmente sotto la media europea, evitando nel contempo che deprima i consumi. Dobbiamo quindi aiutare soprattutto i meno abbienti e i ceti sociali a reddito più basso, innanzitutto le famiglie con figli".

Sarà comunque sia un trimestre difficile...

"Sì, sarà un trimestre difficile, anche per il forte aumento dei tassi di interesse che pesa sul debito pubblico, deprime gli investimenti delle imprese e colpisce le capacità di spesa delle famiglie con mutui variabili diventati insostenibili: la Bce non guarda all’economia reale. Sembrano dei marziani che hanno smarrito la rotta. Dobbiamo farlo noi. Per questo abbiamo realizzato una Nadef responsabile ma non rinunciataria, per una manovra per incentivare l’impresa, premiare il lavoro, sostenere famiglie e ceti medio bassi".

Il nodo dei prezzi e, dunque, dei salari sarà centrale anche nella legge di Bilancio: quali saranno i capisaldi del provvedimento per le famiglie?

"Innanzitutto, il taglio del cuneo fiscale che dobbiamo rendere strutturale, per incrementare i salari più bassi e premiare quindi chi lavora, ma anche l’eliminazione della seconda aliquota Irpef del 25%, alzando quella al 23 fino a 28mila euro di reddito. Centrale il rinnovo dei contratti pubblici, a cominciare dalla sanità. E stiamo valutando come incentivare il rinnovo di quelli privati, scaduti anche dieci anni fa. Siamo anche d’accordo con Giorgetti sulla necessità di rinnovare il credito di imposta per gli operatori del trasporto su gomma per evitare che l’aumento dei carburanti abbia ricadute sui prezzi delle merci".

Quali novità in arrivo sul fronte delle imprese e della competitività del sistema Italia?

"Certamente il rifinanziamento della Sabatini, strumento sempre più importante a fronte della crescita dei tassi di interesse, e la riforma del fondo di garanzia per sostenere in modo più compiuto e strutturale le Pmi. Nel contempo, dovremo riuscire a mettere in campo le nuove risorse del RepowerEu: su 16 miliardi ricollocati nel confronto con la Commissione europea quasi 8 sono stati destinati al Mimit sulla base di 4 progetti ben valutati a Bruxelles: se avremo il consenso della Commissione, oltre 4 miliardi andranno al piano Transizione 5.0, 2 miliardi alle imprese che producono impianti di energia rinnovabile (batterie elettriche e pannelli fotovoltaici), 1.5 miliardi alle imprese che realizzeranno impianti di energia rinnovabile ai fini dell’autoconsumo industriale e 320 milioni alla Sabatini green che si aggiungerà alla Sabatini tradizionale".

Il punto è come finanziare le misure: non ritenete che il maggior deficit previsto possa suscitare reazioni negative dei mercati?

"Il ministro Giorgetti ha parlato anche di dismissioni e mi trovo assolutamente d’accordo: sarà lui a stabilire tempi e modalità".

La premier ha evocato i soliti noti pronti a favorire un governo tecnico: che cosa c’è dopo il governo Meloni?

"In verità ne hanno scritto i soliti noti, evocando – o più esattamente auspicando – questa possibilità anche per creare allarme e sfiducia. Sia ben chiaro a tutti che dopo il governo Meloni non possono che esserci le elezioni. Personalmente ritengo quelle politiche del 2027, quando l’Italia sarà tornata protagonista in Europa".

Protagonista?

"Sì, certo. Basta guardare a quel che sta accadendo negli altri Paesi europei in cui, a differenza dell’Italia, crescono i partiti di opposizione; in Italia, invece, si accrescono i consensi per il governo e il suo leader. Con le prossime elezioni europee sarà evidente l’accresciuta centralità proprio dell’Italia in ogni consenso decisionale: nel Parlamento europeo, con il ruolo decisivo del partito conservatore guidato dalla Meloni; nel Consiglio Ue in cui si accrescono gli Stati guidati dal centrodestra, equilibri che si rifletteranno nella nuova Commissione che prenderà forma nel prossimo settembre e che sarà finalmente più attenta ai bisogni delle imprese e dei lavoratori. Peraltro, già oggi l’Italia è al centro degli assetti europei e occidentali come mai negli ultimi decenni. Anche per questo il principale fondo americano Blackstone ha definito l’Italia nel suo recente report il Paese ideale in cui investire in Europa".