Al massimo entro i primi giorni della settimana prossima, il governo varerà il primo decreto per fronteggiare i danni dell’emergenza economica e sociale causata dalla pandemia. Cambia il nome – si chiamerà "Dl Sostegno" e non "Dl Ristori" – a sottolineare una discontinuità coi precedenti provvedimenti. Ma, nella sostanza, conterrà la prosecuzione di più di una misura avviata nel 2020: dalla proroga del divieto di licenziamento al 30 giugno (dunque più lunga di quella ’mini’ ipotizzata all’inizio) e della cassa integrazione per tutto il 2021, ai contributi a fondo perduto per circa 2,7 milioni di imprese e partite Iva, fino al rinvio a fine aprile dell’invio delle cartelle esattoriali sospese. Altri due miliardi saranno destinati alla sanità, per i vaccini (che si potranno fare anche in farmacia).
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A spingere per queste nuove misure è anche l’Europa: il commissario Paolo Gentiloni e il vicepresidente Valdis Dombrovskis hanno annunciato che il Patto di stabilità resterà sospeso anche per tutto il 2022 e, dunque, i governi saranno liberi di spendere per sostenere cittadini e imprese durante la terza ondata. Intanto, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in una lettera a Draghi chiede uno stop al cashback, per destinare le risorse risparmiate alle categorie colpite dalla crisi.
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Ristori, addio ai codici Ateco
Per quanto riguarda imprese e partite Iva, il pacchetto prevede un meccanismo diverso rispetto alle precedenti edizioni: l’eliminazione dei codici Ateco e la previsione di indennizzi per imprese e professionisti con fatturato fino a 5 milioni di euro. Gli aiuti andranno a chi dimostri la perdita del 33% nel paragone tra la media mensile del fatturato dell’anno 2019 e quella del 2020, indipendentemente dal settore di appartenenza. L’indennizzo cala al crescere delle dimensioni del soggetto: viene ristorato il 30% della perdita del fatturato fino a 100mila euro annuo; il 25% della perdita di fatturato se l’incasso annuo va da 101mila a 400mila euro; il 20% tra 401mila a un milione di euro l’anno di fatturato; il 15%, sempre della perdita calcolata, per le imprese che viaggiano tra un milione e 5 milioni di euro all’anno. È anche previsto l’indennizzo per le start up ancora in valutazione. Così come dovrebbero essere stanziati 600 milioni addizionali per le attività legate alla filiera della neve. Per l’erogazione si prevede l’utilizzo di una nuova piattaforma Sogei: l’obiettivo è distribuire le somme dovute entro il 30 aprile. Il compito dell’erogazione spetterà comunque all’Agenzia delle Entrate guidata da Ernesto Maria Ruffini, una struttura che ha dato prova di efficienza e rapidità per i contributi del 2020.
Blocco dei licenziamenti
Il capitolo Lavoro del decreto contempla il rifinanziamento della cassa integrazione non più a settimane ma per tutto l’anno. Mentre, per i licenziamenti, la previsione è di spostare al 30 giugno la scadenza del blocco dei licenziamenti.
Rinvio delle cartelle e stralcio
Si prevede innanzitutto la proroga della sospensione fino al 30 aprile (stato emergenziale) dell’invio di nuove cartelle e avvisi fiscali, oltre che del pagamento delle rate della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio. Ma in ballo ci sarebbe anche una soluzione più strutturale per svuotare il cosiddetto magazzino delle vecchie pratiche, che contiene circa 130 milioni di atti. Si ipotizza lo stralcio per le cartelle degli anni 2000-2015 fino a 5.000 euro, cifra comprensiva di sanzioni e interessi. Sarebbero circa 60 milioni di cartelle, per un costo di due miliardi divisi tra 2021 e 2022.
Vaccini anche in farmacia
Il decreto destina due miliardi al capitolo Sanità per vaccini, antivirali e trasporto, con la previsione di arrivare alla somministrazione anche nelle farmacie, oltre che presso i medici di famiglia.
Congedi parentali straordinari
Duecento milioni, infine, dovrebbero servire per finanziare una nuova tranche di congedi straordinari per i genitori che hanno figli fino a 14 anni in Dad o in quarantena.