Martedì 1 Aprile 2025
GIACOMO LIPPI
Economia

L’agricoltura in Italia è sempre più “digitale”. Il ruolo dell’AI nel settore primario

Sensori, droni, macchinari connessi e immagini satellitari. Le nuove frontiere dell’agricoltura 4.0 nel report di Agrofarma

La conferenza stampa di Agrofarma

La conferenza stampa di Agrofarma

Bologna, 28 marzo 2025 - In un incontro organizzato a Bologna nella giornata di giovedì 27 marzo, la società italiana R&D Agrofarma ha presentato, con il contributo offerto da Areté Consulting, il proprio report semestrale sull'andamento dell'agricoltura italiana e dell'intero comparto agricolo del nostro Paese. Dall'Osservatorio in questione sono emersi dati di particolare rilevanza sulla situazione del settore primario, dalla notevole crescita della Superficie Agricola Utilizzata destinata all'agricoltura di stampo biologico fino all'importanza delle moderne tecnologie per la difesa delle colture, confermata anche dagli ultimi orientamenti politici europei. Agrofarma, l'Associazione nazionale Imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, prosegue nella propria crescita attraverso la collaborazione con numerosi enti di ricerca pubblici e privati. 

Innovazione tecnologica nell'agricoltura

Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede l'ausilio di strumenti tecnologici innovativi nell'ambito dell'agricoltura, sia per quanto riguarda la raccolta dati, agevolata dall'introduzione e dalla presenza di sensori, droni, macchinari connessi e immagini satellitari, sia per l'elaborazione e l'analisi dei dati di raccolta, facilitata soprattutto da particolari software e sistemi ICT su Cloud oltre che da modelli previsionali e sistemi di supporto alle decisioni. E' necessario inoltre sottolineare il ruolo crescente nel settore dell'Intelligenza Artificiale, che permette una maggiore fluidità in svariate operazioni quali lo svolgimento di analisi predittive, basate su dati climatici, immagini satellitari e sensori, l'automatizzazione dei controlli di qualità e la realizzazione di sistemi avanzati di gestione delle scorte. Questo nuovo modo di pensare l'agricoltura (definito nel corso della conferenza "agricoltura 4.0") ha visto tuttavia una contrazione dell'8% rispetto al 2023, registrando un valore assestatosi intorno a circa 2,3 miliardi di euro. Il calo in questione è legato in particolar modo al settore delle macchine agricole, a causa degli investimenti effettuati in precedenza e della riduzione progressiva di incentivi come PSR, Piano Agricoltura 4.0 e legge Sabatini. Calano le tecnologie "hardware", mentre crescono le cosiddette soluzioni relative a software gestionali aziendali e sistemi decisionali di supporto. La quota di SAU italiana gestita da soluzioni agritech è cresciuta dal 9 al 9,5% tra il 2023 e il 2024 (la stima non considera le superfici gestite dai soli software). Da evidenziare come l'Italia, infine, riporti un livello di adozione delle tecnologie innovative di gran lunga inferiore ad altri paesi europei: su un totale di 36,6 miliardi di euro spesi nel settore agricolo, solamente l'1,1% è stato destinato all'agricoltura di precisione. Questo utilizzo limitato degli agricoltori si rispecchia in investimenti che, seppur in crescita, sono ancora contenuti.  

Calo di vendite degli agrofarmaci in Italia 

Nel 2023 è stata riscontrata una contrazione nel numero degli agrofarmaci venduti, pari a circa il -13% rispetto al precedente 2022, e un incremento, seppur modesto (7+%), rispetto al 2018. Il saldo commerciale in Italia nel settore degli agrofarmaci, tuttavia, resta in negativo anche nel 2024, seppure in minor modo rispetto ai volumi totali di scambio. I valori di import ed export che sono stati rilevati nei primi 11 mesi del 2024 sono infatti leggermente superiori rispetto a quelli relativi al medesimo periodo nel 2022 e nel 2023. Riguardo alle singole categorie, il saldo commerciale agrofarmaceutico nel 2023 risulta negativo per tutte ad eccezione degli erbicidi, che avevano registrato un saldo in positivo di 6 milioni di euro. Nel 2024, tuttavia, il saldo degli erbicidi è ritornato ad essere negativo, mentre gli insetticidi hanno registrato per la prima volta in 6 anni un positivo di circa 22 milioni. I principali valori tra gli scambi commerciali riguardano invece i fungicidi, con una quota media delle esportazioni pari a 285 milioni di euro. Seguono gli insetticidi, con 258 milioni di euro, e gli erbicidi, con 253 milioni. Per le medesime categorie, il valore medio dell'import è superiore ai 250 milioni. 

Le superfici biologiche 

Secondo l'indagine continua a crescere in Italia il numero delle superfici destinate all'agricoltura biologica. L'incidenza del bio sulla SAU (Superficie Agricola Utilizzata), infatti, è pari al 20,4% nel 2023, valore di gran lunga superiore alla media europea pari a 11,4%. Tra i ben 2,5 milioni di ettari totali nel 2023, le colture a biologico più diffuse nel nostro paese risultano essere quelle foraggere, il 20% del totale, i prati e i pascoli, appaiati al 19%, e quelle dei cereali, equivalenti al 14% del totale. Le colture più votate all'agricoltura biologica sono i seminativi, con oltre 1 milioni di ettari dei quali 830mila occupati complessivamente da cereali e foraggere. Per quanto concerne la divisione territoriale, spicca invece il dato relativo al centro-sud Italia, dove sono localizzate ben nove delle prime dieci regioni per peso percentuale delle aree destinate ad agricoltura biologica sulla SAU totale: comanda la Toscana e la Calabria con il 38%, seguite dalla Sicilia 31% e via via da Basilicata, Marche, Lazio e Puglia. Tra il sud e le isole si concentra anche la maggior parte delle aziende agricole biologiche italiane: le prime tre regioni che spiccano in questo ambito si confermano essere la Sicilia, con le sue 13mila aziende, la Puglia e la Calabria, rispettivamente con 10,5 mila e 10mila strutture. Nelle isole, inoltre, la dimensione media delle aziende agricole è più elevata con un'estensione media di 37,5 ettari (superiori ai 33,8 del centro e dei 23,4 del Nord-Ovest). 

Collaborazioni nel settore agrochimico 

Negli ultimi 5 anni sono state mappate oltre 1.800 collaborazioni degli associati Agrofarma. Di queste più della metà sono state stipulate con centri di saggio, più di un quarto sono state attivate con il settore agricolo e oltre 200 con enti pubblici. Tra i restanti soggetti protagonisti delle collaborazioni sono inclusi laboratori di analisi, imprese di consulenza di vario tipo e svariati altri soggetti privati che cooperano con gli associati. Da sottolineare, inoltre, il numero di collaborazioni con imprese fornitrici di servizi digitali quali DSS, monitoraggio e molti altri. Tra gli enti pubblici che collaborano, invece, spiccano per distacco i soggetti che si occupano di ricerca (università, CREA ecc.), nonostante non manchi la rappresentanza di altre categorie. Il settore agricolo riscontra una massiccia presenza di collaborazioni sia con aziende agricoli individuali che con OP, cooperative e consorzi: a livello regionale, negli ultimi 5 anni, gli associati hanno avviato cooperazioni in tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d'Aosta. 

Aggiornamenti dall'Unione Europea 

La nuova Commissione Europea, insediatasi il 1° dicembre 2024, ha rilasciato la prima vera normativa sull'agricoltura il 19 febbraio 2025 con la 'Vision for Agriculture and Food', seguita il 26 febbraio dal 'Clean Industrial Deal'. La 'Vision for Agriculture and Food', nello specifico, consiste in una pubblicazione che ha come scopo principale quello di delineare il percorso per trasformare ed evolvere il settore agroalimentare europeo entro il 2040. Essa si basa su quattro obiettivi specifici: rafforzare la competitività del settore agroalimentare, garantendo redditi equi e agendo tramite una politica agricola comune mirata; aumentare la resilienza del settore, diversificando le relazioni commerciali e allineando le norme di produzione per i prodotti importati; accelerare la transizione ecologica, attraverso strategie di decarbonizzazione e gestione delle risorse idriche; promuovere lo sviluppo rurale con il ricambio generazionale e l'arricchimento delle competenze digitali. Il 'Clean Industrial Deal' consiste, a sua volta, in un piano per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, del quale sono stati rivisti gli obiettivi precedentemente stilati per via di numerose critiche sopraggiunte riguardo la burocrazia e le norme eccessivamente stringenti sull'uso degli agrofarmaci. La 'Vision' e il CID rappresentano una grande opportunità anche per il settore agrofarmaceutico, che può introdurre i propri prodotti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi preposti. 

"Necessario sostenere gli agricoltori" 

Nel corso della conferenza sono intervenuti alcuni ospiti, grandi esperti del settore. "Chiediamo più fondi per rafforzare competitività degli agricoltori - annuncia in un videomessaggio Stefano Bonaccini, ex Presidente di Regione nonché membro del Parlamento Europeo -. Abbiamo la necessità di aumentare i finanziamenti per un'innovazione nell’agricoltura, oltre che adottare soluzioni di biocontrollo e di utilizzo di robotica e droni. La Vision di febbraio è stata positiva, poiché bisogna tornare a porre l’attenzione sulla competitività delle aziende agricole. Gli agricoltori sono i veri protagonisti della transizione ecologica, dobbiamo continuare a difendere le produzioni di qualità e a produrre in quantità sufficiente". "L’agricoltura biologica necessita di proteggere le piante ricorrendo all’agrofarmaco, ma utilizzando allo stesso tempo anche le giuste tecniche di precision farming e la tecnologia - dichiara invece il Presidente di Federchimica-Agrofarma Paolo Tassani -. Il nostro scopo è quello di investire su questi aspetti fino a 10 miliardi entro il 2030. L’agricoltore utilizza l'agrofarmaco perché gli serve, non perché gli fa piacere. L'innovazione deve essere veloce e l’industria deve metterci del suo, in Italia tende ad essere più lenta che in vari altri paesi. Non vorremmo auspicarci di vedere un’oasi, ma che ci sia un crono-programma". Ha preso la parola anche il Presidente del Centro Servizi Ortofrutticoli, Paolo Bruni: “Se non riusciamo ad affrontare la questione non c’è futuro per l’agricoltura europea. La produzione ortofrutticola italiana si aggirava intorno ai 44 milioni di tonnellate negli anni 80, mentre nel 2024 intorno ai 23,5 milioni. La produzione, inoltre, è stata dimezzata in 40 anni. Se parliamo solo di frutta, 10 anni fa erano le 6 milioni di tonnellate prodotte mentre oggi si fatica a superare le 4. Cosa c’è in atto? Il cambiamento climatico, per il quale servono ulteriori strumenti di contrasto. Se si vuole calare la chimica nell'agricoltura, bisogna a quel punto trovare qualcosa che la sostituisca. Se si va in guerra senza armi si perde".