Sabato 27 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Affitti brevi, da settembre la stretta contro gli evasori

Dal Codice identificativo nazionale, alla partita Iva, fino a sanzioni più pesanti per chi non è in regola: le nuove norme in arrivo

Roma, 29 aprile 2024 – Un giro di affari di 11 miliardi solo per le prenotazioni, ricavi per 1,5, un enorme albergo diffuso che conta oltre 700mila appartamenti. Il grande business degli affitti brevi è letteralmente esploso negli ultimi anni, soprattutto nelle città d’arte. Ma attenti: perché da settembre cambiano le regole, soprattutto per mettere un freno all’evasione fiscale.

Da settembre le nuove norme sugli affitti brevi
Da settembre le nuove norme sugli affitti brevi

La cedolare secca

Per gli affitti brevi dal primo gennaio la cedolare secca è scattata dal 21 al 26% per tutti gli appartamenti oltre il primo. Per locazione o affitto breve si fa riferimento ad un contratto di locazione di immobile a uso abitativo, di durata non maggiore di 30 giorni, sottoscritto da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività imprenditoriale. Per non essere considerata attività imprenditoriale il singolo proprietario può gestire non più quattro appartamenti con la formula dell’affitto breve di tipo turistico. Infatti oltre tale limite l’attività, da chiunque svolta, si considera esercitata in forma imprenditoriale, senza possibilità quindi di applicare la cedolare secca, con obbligo di apertura della partita Iva per la gestione delle locazioni di brevi e il conseguente passaggio alla tassazione Irpef per aliquote e scaglioni.  

Il Codice Identificativo Nazionale

Per contrastare l’evasione da settembre diventa obbligatorio il nuovo Codice identificativo nazionale che dovrà essere richiesto per ciascuna unità immobiliare a uso abitativo destinata alla locazione per finalità turistiche: andrà esposto sia all’esterno dello stabile in cui è collocato l'appartamento sia negli annunci. Entro maggio dovrebbe essere messo a punto il regolamento definitivo per l’avvio dell’operazione. E’ già arrivato il parere favorevole della commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e Province autonome, che ha approvato il decreto sull’interoperabilità delle banche dati regionali predisposto dal ministero del Turismo di Daniela Santanchè. Obiettivo dell'operazione: arrivare a un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive in Italia, in chiave antifrode.  

Le sanzioni

Gli obblighi e le sanzioni in materia di Cin si applicheranno a decorrere dal sessantesimo giorno successivo a quello di entrata in funzione della banca dati nazionale delle locazioni brevi. Per la mancata esibizione del codice la multa potrà arrivare a seimila euro. Chi opererà senza Cin rischia di dover pagare, nel caso peggiore, ottomila euro di sanzione. Per i gestori di strutture senza i requisiti di sicurezza sono in arrivo invece multe tra 600 a 2.000 euro e tra duemila a diecimila euro per chi affitta casa ai turisti in forma imprenditoriale senza prima aver presentato la segnalazione certificata di inizio attività.