di Andrea Ropa
Il governo scende in pista contro il caro-voli. Lo ha confermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ieri ha portato la questione sul tavolo del consiglio dei ministri. "Siamo intervenuti convocando tutte le principali compagnie – annuncia – chiedendo loro precise spiegazioni entro la prossima settimana". Ma, considerando il periodo di vacanze estive, i tempi sono ristretti per trovare una soluzione. E anche i modi: la moral suasion, infatti, non basterà a convincere le compagnie a ribassare i costi dei biglietti, aumentati fino al 700% per i voli nazionali nel giro di pochi mesi.
Prezzi da capogiro, con il paradosso che per percorrere in lungo e in largo lo stivale si spende di più rispetto ai voli transoceanici. In questo caso, non c’è inflazione o caro-carburante che tenga. Secondo i dati raccolti dai consumatori, infatti, nei primi sei mesi di quest’anno le tariffe sono cresciute del 47,5%, con un picco di oltre il 50% a giugno, a fronte di un calo medio del carburante del 22%, con punte fra il 40 e il 50% fra aprile e maggio.
Insomma, i conti non tornano e il tempo è scaduto. Ne sono convinti i consumatori, che criticano le modalità di intervento del governo: "Basta chiacchiere, servono i fatti – attacca Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Non serve a nulla un’informativa se non seguono decreti contro le speculazioni. Sui voli i prezzi per questa estate oramai sono decollati e quindi è come provare a rimettere il dentifricio nel tubetto".
Rincara la dose il Codacons: "Qualsiasi informativa e qualsiasi intervento in tema di trasporti aerei appare un’iniziativa tardiva – spiega il presidente Carlo Rienzi – La maggior parte degli italiani ha infatti già acquistato biglietti per le vacanze estive, subendo rincari del 50% rispetto alle tariffe in vigore lo scorso anno e affrontando i prezzi astronomici dei voli, che porteranno a una riduzione dei giorni di villeggiatura e a un taglio di tutte le altre spese da sostenere durante la vacanza. Il vero problema è che in Italia manca la definizione di prezzo anomalo, fattispecie prevista dalla legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare. Un principio che il governo deve estendere a tutti gli altri comparti, compresi i trasporti".
Già martedì scorso Mister Prezzi, Benedetto Mineo, ha convocato le principali compagnie aeree (Ita Airways, Ryanair, Malta Air, Aeroitalia, Easyjet, Neos e Wizz Air) per analizzare le dinamiche dei prezzi medi dei biglietti aerei negli ultimi mesi sulle tratte nazionali. Anche l’Antitrust si è mosso per far luce sul problema. L’authority che vigila sulla concorrenza, infatti, ha acceso un faro sugli aumenti anomali delle compagnie registrati sulle tratte per la Sicilia in alcuni periodi dell’anno.
"È un fatto che non scopriamo ora – commenta amaro Renato Schifani, governatore dell’isola – Adesso assistiamo a una deregulation, con i prezzi che sono impazziti nonostante un abbassamento del costo del carburante. È in atto una brutale speculazione sulla pelle degli italiani".