{{IMG_SX}}Bologna, 10 luglio 2007 - Una sera d'estate del 1981. Dal balcone della Torre degli Asinelli, a circa dieci metri di altezza, spunto' la camicia bianca col collo alla coreana di Carmelo Bene. Centomila persone erano sedute per terra lungo i 250 metri di via Indipendenza, riempivano Piazza Santo Stefano, Piazza del Duomo, via Zamboni.

 


Una sola voce portata da amplificatori da 40 mila watt in ogni angolo e rimbalzata con altri amplificatori nella carne ferita a morte di quella citta'. Anche dal punto di vista tecnologico quella ''Lectura Dantis'' fu evento memorabile, che vinse sulle feroci polemiche politiche sulle commemorazionoi del primo anniversario della strage della stazione, senza mai scalfire la determinazione del sindaco Renato Zangheri.

 


E ora, da una cantina spunta uno straordinario dvd di quella serata memorabile. A girarlo fu una ragazza che faceva un corso per videomaker presso la parrocchia di Don Ivo, a Carpi, che prese una videocamera, qualche cassetta e si piazzò nlla sede dei partigiani dell'Anpi di fronte alla Torre degli Asinelli. Venticinque anni dopo, quella ragazza che faceva un corso per videomaker e che ora e' una regista di Sky sport, Angela Tomasini, ha ritrovato il vhs nella cantina di casa. Di qui il restauro con l'aiuto di Rino Maenza, operatore culturale e per oltre quindici anni collaboratore di Carmelo Bene. E ora e' un libro piu' dvd, edito da Marsilio: ''Carmelo Bene legge Dante, per l'anniversario della strage di Bologna'' che sara' presentato domani a Bologna.


''Le cassette vhs erano deteriorate - dice Angela Tomasini - ma ho capito che si potevano salvare. Fu una vera emozione. In giro non esisteva un solo minuto della Lectura Dantis in video''.
E in effetti di quella performance non v'era traccia se non in una registrazione audio e in una piccola clip. La Rai aveva annunciato una ripresa che non fu mai realizzata. ''Si', questa e' l'autentica lettura dantesca eseguita dalla torre'' dice con orgoglio Tomasini.

 


''... per me la lettura, lungi dalla pretesa noiosissima di riferire lo scritto del morto orale, la lettura, dico, e' non piu' ricordare, e' non-ricordo, oblio'' ebbe in seguito occasione di scrivere Carmelo Bene in una sua nota introduttiva ai 'Canti Orfici'.

Un documento dunque di straordinario valore al quale fa da supporto il libro nel quale sono raccolti i ricordi del curatore Rino Maenza, numerose testimonianze di critici, la rassegna stampa dell'epoca per fornire la cornice storica e culturale che porto' a quell'evento con l'inevitabile circo di polemiche.

 

Tanto che Bene, al termine del suo recital, saluto' cosi' la folla: ''Sebbene ringrazi gli astanti, ricordo un po' a tutti che ho dedicato questa mia serata da ferito a morte non ai morti ma ai feriti dell'orrenda strage''.
Una cosa e' certa. Chi ebbe la fortuna di esserci quella sera d'estate a Bologna non lo dimentichera' mai.